RAI: Fico(M5S): "Anzaldi ignora regole par condicio, vero squilibrio e’ su coalizione centrodestra"

(ASI) Roma  – “Faccio notare ad Anzaldi che è del tutto normale che Luigi Di Maio, che è il candidato alla Presidenza del Consiglio della principale forza politica di opposizione (e stando ad alcuni sondaggi, del Paese) abbia più tempo di parola di Gentiloni o di Mattarella.
Anzaldi dovrebbe conoscere bene le norme che regolano la materia, e sapere per esempio che nel corso delle campagne elettorali il tempo degli esponenti del Governo deve essere limitato allo stretto indispensabile, quasi scomparire: una prescrizione che le testate stanno osservando piuttosto correttamente. Quanto a Mattarella, il suo tempo di parola è in linea con gli altri mesi dell’anno, non c’è nulla di anomalo, perché il Presidente della Repubblica è arbitro, e specialmente in questo periodo interviene solo se strettamente necessario”. Così Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza Rai, replica su Facebook all’ex portavoce di Renzi Michele Anzaldi.

“Inoltre – prosegue Fico – utilizzare il tempo di Luigi Di Maio a prova di uno squilibrio a favore del Movimento 5 Stelle è completamente errato. La par condicio non si misura sui tempi di parola dei cosiddetti leader – e infatti l’Agcom non prende proprio in considerazione i tempi dei singoli – ma sulle percentuali delle forze politiche nel loro complesso, com’è ovvio che sia. E da questo punto di vista i dati ufficiali dell’Agcom sui tg Rai ci dicono che nelle ultime due settimane il Pd è sempre e ovunque di qualche punto sopra il Movimento 5 Stelle. Forse Anzaldi non ha visto i numeri, quindi glieli riporto io: Settimana 29 gennaio-4 febbraio , Tg1: Pd 24, M5S 20; Tg2: Pd 21, M5S 15, Tg3: Pd 23, M5S 15; Settimana 5-11 febbraio: Tg1: Pd 15, M5S 15; Tg2: Pd 20, M5S 16; Tg3: Pd 20, M5S 17”.

“Come se non bastasse – conclude Fico – uno sbilanciamento costante si sta verificando a favore della coalizione di centrodestra, anche a causa di un’interpretazione dell’Agcom completamente sballata che assegna alle singole liste della coalizione di Berlusconi un loro peso autonomo. Se invece di fare polemiche sciocche Anzaldi e il Pd si fossero occupati, nel corso della discussione della delibera in Vigilanza, del tema delle coalizioni, forse oggi non ci troveremmo in questa situazione. Anziché occupare il tempo in questo modo, sarebbe stato forse più utile prima ripassare le leggi e i regolamenti sulla par condicio, poi leggere i dati pubblicati ogni settimana dall’Agcom”.

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