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Anm: Inizia tra le polemiche il nuovo anno giudiziario

(ASI) "Sono contro la giustizia gli insulti, le campagne di denigrazione di singoli giudici, le minacce di punizione, gli annunci di "riforme", le strumentalizzazioni delle inchieste e delle decisioni giudiziarie così come gli attacchi alla Costituzione e ai principi di autonomia e indipendenza della magistratura o l'inerzia e l'assenza di iniziativa da parte dei responsabili politici".

 

Questo in breve il documento fatto circolare dall' Anm per l'inaugurazione, oggi, del nuovo anno giudiziario nei 26 distretti di Corte d'Appello.

Un' anno giudiziario che nasce sotto il segno delle polemiche: a Roma il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara ha risposto al video messaggio di ieri sera rilasciato dal Presiente del Coniglio, affermando: "La magistratura associata vuole parlare un'unica voce: idealmente e moralmente tutta la Magistratura italiana è a Milano. Gli attacchi che ci sono stati in questi giorni - ha ammonito Palamara - sono stati attacchi contro la giustizia e contro la Costituzione»

Anche da Torino Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, non si è risparmiato di lanciare un monito a quelle istituzioni che in questo giorni si sono scagliate contro la Magistratura, dichiarando: "Una sede processuale non può essere sostituita da altre sedi a propria scelta, che siano mediatiche o di piazza. È nel processo che si incarna lo stato di diritto, la giustizia è amministrata dai giudici e alla loro funzione si deve rispetto, un rispetto talora troppo trascurato. L'attività della Magistratura non sottende disegni eversivi" -ribadendo- "non va dimenticato che il processo incarna lo stato di diritto".

Da Milano Manuela Massenz, responsabile distrettuale della Associazione nazionale dei magistrati del capoluogo lombardo, all'unisono con quanto dichiarato nelle altre città italiane, ha affermato: "Occorre spiegare ai cittadini che i processi si celebrano nelle aule di giustizia, non altrove, e che i magistrati si esprimono solo con atti attraverso i quali si attua la funzione cui sono preposti e che è loro fatto divieto di rispondere di persona ad aggressioni verbali che oltrepassano i limiti della legittima critica ai provvedimenti giudiziari"

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