Coree, Nord blocca invio delegazione al Sud

(ASI) La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno e c’è da sperare che non abbia conseguenze. Il ministero dell’Unificazione sudcoreano ha dichiarato di aver ricevuto una notifica di “sospensione”.

La Corea del Nord ha deciso di bloccare così inaspettatamente l’invio, previsto per le prossime ore, di sette persone in Corea del Sud. La delegazione avrebbe dovuto effettuare dei sopralluoghi, a Seoul e a Gangnueng, dove si svolgeranno le esibizioni concordate dei suoi gruppi artistici (gli atleti di entrambi i paesi dovrebbero sfilare insieme) in occasione dei Giochi di PyeongChang. Le Olimpiadi che inizieranno a breve, in questa città, hanno rappresentato un’occasione per la riapertura del dialogo e il riavvio del canale di comunicazione militare, interrotto un paio di anni fa, tra le due Coree. Le divergenze tra la comunità internazionale e Pyongyang ruotano però ancora attorno alla decisione, ribadita negli ultimi giorni, di quest’ultimo di proseguire il proprio programma atomico, nonostante le ripetute richieste di fermarlo. Il regime asiatico ha domandato anche recentemente agli Stati Uniti e alla Corea del Sud di non realizzare mai più le loro consuete esercitazioni militari che, a parere di Kim Jong Un, minaccerebbero l’esistenza del suo paese. E’ difficile che una richiesta del genere possa essere accolta in quanto Washington e Seoul ritengono che tali attività annuali, posticipate al termine delle Olimpiadi, siano di natura esclusivamente difensiva. La situazione rischia tuttavia di complicarsi a causa delle ultime dichiarazioni di Donald Trump che ha sottolineato, per l’ennesima volta, la probabile inutilità di eventuali trattative con i nordcoreani, sottolineando come questi ultimi continuino a sviluppare missili a lunga gittata in grado di colpire il territorio statunitense grazie anche al sostegno economico dei russi che non rispettano le sanzioni dell’Onu. Mosca ha respinto immediatamente queste accuse bollandole come false e ha invitato le parti al dialogo. Il pentagono continua a inviare tuttavia altri bombardieri nucleari, nella base americana di Guam, in grado di distruggere la Nord Corea qualora arrivasse il via libera dalla casa bianca. C’è preoccupazione, inoltre, per la nuova dottrina militare che, secondo alcune fonti di stampa, sarebbe stata inviata dal dipartimento alla Difesa al Comandante in Capo. Secondo quanto si è appreso, i militari vorrebbero l’autorizzazione di Trump ad usare l’arma atomica anche in risposta ad attacchi informatici devastanti (oltre a quelli batteriologici già inseriti nel documento in vigore). La minaccia degli hacker è aumentata sempre di più negli anni e molti azioni ostili hanno avuto origine da paesi, come l’Iran, la Cina, la Russia e la Corea del Nord, i cui governi non hanno un buon rapporto con Washington. E’ forte pertanto la preoccupazione, per quanto potrebbe succedere, anche in seno all’Alleanza Atlantica: “Invitiamo il presidente Donald Trump, nel caso in cui la notizia fosse vera – ha dichiarato l’esponente dell’assemblea parlamentare della Nato Scilipoti Isgrò -, a non approvare il documento e a non utilizzare in nessuna circostanza questi strumenti di morte. "I suggerimenti del Dipartimento alla Difesa – ha proseguito il presidente di Unione Cristiana - potrebbero peggiorare le relazioni tra le grandi potenze e creare il “casus belli” per lo scoppio di un conflitto mondiale con ordigni non convenzionali. Il tycoon – ha concluso il senatore di Forza Italia – rifletta sull’importanza della pace che è un principio cardine della dottrina cristiana in cui afferma di credere”.

Marco Paganelli - Agenzia Stampa Italia

 

 

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