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Costa D'Avorio: la caduta di Gbagbo e la democrazia

(ASI) La caduta di Koudou Laurent Gbagbo suscita in Costa d’avorio e in Africa un sentimento di sollievo per il suo arresto e insieme un profondo dolore per la violenza che lo ha preceduto.

Gli africani si sentono umiliati perché sono stati incapaci di risolvere la crisi politica da soli.    Il problema si è presentato quando in seguito alle elezioni, che hanno visto vincitore Ouattara, Gbagbo si è rifiutato di cedere il potere scatenando la guerra civile. L’organizzazione africana, gli istituti africani, i presidenti, gli intellettuali, i saggi africani non sono stati capaci di fare prevalere il verdetto delle urne. La Francia e l’ONU hanno agito da soli e una parte dell’opinione pubblica africana li ha accusati d’ingerenza subdola, io penso il contrario, credo si debba ringraziarli per il loro aiuto che è avvenuto nel rispetto della legalità e del diritto internazionale.

Francia e ONU hanno permesso alla Costa d’avorio d’uscire dalla crisi mettendo fine al massacro che ha visto più di 5000 morti, hanno impedito inoltre che il comportamento di Gbagbo diventasse un esempio per altri.

Nel 2000 Gbagbo usurpò il potere al generale Guei con l’aiuto della popolazione e si proclamò presidente prima di un riconoscimento ufficiale; una volta al potere fece dell’ “ivorité” la sua parola d’ordine, il suo cavallo di battaglia. L’ivorité è un concetto identitario che si basa sulla distinzione tra i “veri” ivoriani e i “falsi” ivoriani, i cittadini del nord, maggioritari, sulla base di questa ideologia sono considerati cittadini di seconda categoria.

Tutto questo è stato fatto per impedire ad Alassane Dramane Ouattara di candidarsi alle elezioni presidenziali. Alla fine del suo “mandato usurpato” Gbagbo è riuscito a rimanere per ben cinque anni al potere rimandando le elezioni e giocando sui sentimenti nazionalisti, sulla retorica della dignità africana, dell’imperialismo e del neo colonialismo.

Questa procedura è tanto vecchia quanto i vecchi dittatori: basta proclamarsi difensore della dignità del continente, di presentare gli ex colonialisti come il diavolo ecc. per guadagnare il cuore o la stima di una grande parte della popolazione e dell’intellighenzia africana.

Sinceramente penso che quelli che si lasciano sedurre per accecamento, ingenuità o carenza intellettuale stanno sbagliando battaglia.

Da oggi in poi tutti i dittatori sappiano che questo è l’inizio del cammino dei paesi africani verso la democrazia e non sarà più possibile usurpare il potere schiacciando le libertà dei cittadini.

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