(ASI) La Democrazia è una società di soci paritari. Non vi sono padroni del potere e servi sottomessi. Al contrario ognuno è socio alla pari e comproprietario della Res Publica: di tutti i beni, enti, istituzioni, uffici, impieghi, poteri, redditi e risorse pubbliche.
Guaio è che, per colpa di pollitici, dapprima criminalmente dediti al voto di scambio e poi approssimativi ed ignoranti, sempre presuntuosi e superficiali, l'Italia è rimasta sottomessa al vecchio stato monarchico proprietà degli assunti a vita nel pubblico impiego. I quali carrieristi ancor oggi continuano a mantenere sudditi e vessare a volontà gli umani rimasti emarginati, esclusi, estromessi dalla loro stessa Repubblica. E' così, per via di tiranni burocrati indebitamente permasti, che tanti furbi, ovunque, anche nel privato, continuano ad approfittarsi degli innumerevoli fessi che ancora non riescono ad emanciparsi. E' proprio così che in tanti patiscono ancora la fame. Come si rimedia? Semplice. Si licenziano gli assunti a vita in tutta la Res Publica e ci si alterna tra persone idonee e preparate tramite la Banca dei Pubblici Impieghi, sul quale sito web ognuno può prenotarsi per far la sua parte e godere della Res Publica. Pubblico è di tutti! Privato è di alcuni. Chi può dir che non è così?!
Danilo D'Antonio
Monti del Terremoto
Ogni Studio Legale al mondo si faccia subito portavoce
dell'illegalità della cessione a vita di quel bene comune
ch'è la Repubblica, coi suoi impieghi, poteri e redditi.
La Repubblica: accessibile, dinamica, fluida,
osmotica, partecipata, vissuta. Fe-li-ce!