Umbria Libri 'festeggia' i cento anni della prima Guerra Mondiale  ricordando il "14 luglio" di Emil Ludwig

(ASI)  Perugia. Anche Umbria Libri, in una tre giorni di musica, spettacolo, idee e parole, ha voluto ricordare il centenario della Grande Guerra che ricorre proprio quest'anno.

 

Domenica 15 giugno il Palazzo della Provincia di Perugia ha 'aperto le porte' alla rievocazione di un tragico passato che ci spinge, ancora una volta, alla riflessione. Testi e canti, magistralmente interpretati da Mariella Chiarini, ci hanno introdotto alla presentazione del libro di Emil Ludwig, "Luglio 1914", curata dal Prof. Priori Friggi.

Per l'occasione sono intervenuti i professori Luciano Priori Friggi, che ne ha curato la traduzione italiana e Gianluca Prosperi (docente di Storia e Filosofia).

 

Un libro scritto come un romanzo e vero come un saggio. "Il libro, scritto come un romanzo, ma vero in ogni sua parte come un saggio-fa notare Priori Friggi-vuole essere un invito a non adagiarsi, in una fase storica in cui riaffiorano crescenti e inquietanti segnali di ritorno a politiche basate sulla forza."

Di chi è la colpa della guerra? Ludwig narra con uno stile da grande scrittore gli incredibili intrecci e i falsi della diplomazia che portarono al conflitto. Emergeranno anche le inquietanti analogie con certi fenomeni odierni. Un grande libro che, nel 1933, finì sul rogo per volontà dei nazisti.

L'opera di Ludwig, pubblicata in Germania nel 1929 e tradotta in Francia Inghilterra, Italia, suscitò dibattiti, discussioni e polemiche che, come ha ricordato il Prof. Prosperi, si orientarono su due versanti, quello metodologico e quello ideologico.

Il testo, ricco di descrizioni, dialoghi e caratterizzazioni psicologiche, presenta un'impostazione narrativa su base documentaria da cui emergono le trattative diplomatiche intercorse fra l'attentato di Sarajevo del 18 giugno 1914 e l'inizio del conflitto (28 luglio).

 

Il dibattito storiografico. Il libro di Ludwig, fa notare il Prof. Pitassio, si inserisce all'interno di un dibattito storiografico sulla prima metà del XX secolo che vede contrapporsi due interpretazioni, l'una ideologica, l'altra fattuale. La prima ci fornisce una lettura largamente condivisa dagli storici, secondo cui si potrebbe parlare di un lungo periodo di guerra che ebbe inizio nel 1914, si protrasse fino al '45 e fu solo interrotto da una tregua 'armata' (dal 1919 al 1939).

La seconda interpretazione, invece, non coglie la corrispondenza della tesi ideologica con i fatti accaduti.  Alcuni storici e studiosi sostengono, infatti, che l'imminente pericolo di guerra non fu costante e che, dopo il 1923-24 ci si adoperò per superare i contrasti franco-tedeschi creando una prospettiva di pacificazione europea.

 

La tesi di fondo di Emil Ludwig. Ma a catturare l'attenzione del lettore sarà la tesi di fondo del libro di Ludwig che fa apparire la guerra come il prodotto di una ristretta cerchia di persone potenti, che l'autore definisce "meschine, deboli, vendicative, presuntuose", mentre la restante parte della popolazione europea rimaneva ignara o contraria a qualsiasi soluzione militare.

Il lettore è spinto a riflettere su un messaggio chiaro: chi comanda è incapace di interpretare i sentimenti delle masse, pertanto il popolo è chiamato a vigilare e a diffidare dei potenti.

"Spesso la guerra non viene percepita come qualcosa di terribile dalle nuove generazioni perché non l'hanno sperimentata - fa notare il Prof. Priori Friggi- e questo fa inevitabilmente scattare la riflessione.... Lo scoppio del primo conflitto mondiale segna uno spartiacque, determinando la fine del dominio europeo e l'entrata in scena di nuovi soggetti politici."

 

Maria Vera Valastro- Agenzia Stampa Italia

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