Film da vedere. "Chiamami col tuo nome" di Luca Guadagnino

(ASI) Guadagnino colpisce nel segno e confeziona una pellicola emozionante, travolgente nella sua scorrevolezza narrativa, volutamente asciutta e priva di eccessivi esercizi di stile.

Il regista battezza un cast perfetto e gli confeziona una sceneggiatura ad hoc, volta ad esaltare le caratteristiche degli attori, piuttosto che cercare di impressionare lo spettatore con chissà quali sentimentalismi o frasi ad effetto.
La travolgente passione tra Elio e Oliver prende forma nelle campagne del cremasco, più precisamente nella villa di campagna dei Perlman, i genitori di Elio.
Il signor Perlman, professore di architettura, come ogni estate ospita uno studente americano sotto tesi di laurea. Nell'estate dell'83 l'ospite è Oliver, che fin dalle prime battute stringe con Elio un rapporto partricolare, che cresce d'intensità ed emozioni momento dopo momento.
Un Timothèe Chalamet in stato di grazia ed un Harmie Hammer perfettamente centrato interpretano magistralmente le diversità dei 2 personaggi, uno, Elio, innamorato del sapere, introspettivo, misurato benchè piuttosto deciso nei rapporti sociali, l'altro, Oliver, di bell'aspetto, sempre sorridente ed espansivo e socievole come pochi.
La pellicola ci insegna come di fronte ad un sentimento viscerale, irrefrenabile, che coinvolge tanto l'anima quanto il corpo, la ragione può poco o nulla. Sia Elio che Oliver a modo loro tenteranno di mantenere una posizione di normalità e reprimere i loro istinti, riuscendo però soltanto a posticipare l'inevitabile.
Viene trattato l'amore in tutte le sue forme, ma senza mai sfociare nel melenso, il tema dell'omosessualità viene approcciato con la normalità con la quale ogni società dovrebbe gestirlo, complice anche la comprensione e l'accettazione incondizionata della famiglia di Elio.
Il finale poi è di una notevole potenza emotiva, ulteriormente impreziosito dalla straziante e prolungata scena conclusiva, ulteriore gemma nella mastodontica prestazione dell'attore protagonista, la cui nomination all'Oscar è quanto mai meritata.

 

Alessandro Antoniacci - Agenzia Stampa Italia

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