(ASI) Perugia. Il Perugia che ti aspetti: concreto, organizzato, determinato al limite della ferocia, tatticamente duttile. Il Como dei molti assenti resiste quasi tutto il primo tempo e, anzi, all'inizio, si propone meglio dei grifoni, attanagliati dall'ansia del debutto davanti ai diecimila del Curi.

Poi, pian piano, gli uomini di Bisoli prendono campo e cominciano a costruire. Si affacciano poche volte in area, perché alcune situazioni pericolose non vengono sfruttate bene in fase di impostazione o di ultimo passaggio. La manovra al centro non inizia con fluidità e, sugli esterni, il Como marca praticamente a uomo Fabinho e Lanzafame, riducendone le potenzialità. Bene i due mediani, Salifu e Rizzo, i migliori in campo insieme a Del Prete. Recuperano palle a ripetizione e, anche in fase di costruzione, non sono banali. Il gol nasce su schema di punizione provato, come rivela Bisoli, nell'ultima rifinitura. Palla indietro di Rizzo da fondo campo e, mentre gli altri grifoni si muovono in area, portano via gli avversari e creano spazi, al limite Del Prete è libero di sparare e insaccare. La ripresa inizia così in discesa e Di Carmine (da rivedere la sua prova) divora un gol proprio in apertura. Il Como si rivede solo dopo il 20′ perché l'ingresso di Gerardi dà più vivacità all'attacco è più spalla a Ebagua. Passato qualche rischio, però, i grifoni raddoppiano grazie ad una bella verticalizzazione di Lanzafame, che lancia Ardemagni a tu per tu col portiere lariano: pallonetto e 2-0. La partita finisce qui e consegna ai tifosi un Grifo che dà le certezze attese quanto a organizzazione, solidità e concretezza, mentre deve crescere in fase propositiva in mediana. Ma se già alla prima partita fosse tutto a posto, non sarebbe normale.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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