(ASI) Il panorama religioso, culturale e sociale dell’Italia e dell’Europa sta cambiando rapidamente. La domanda è inevitabile: che chiesa avremo tra dieci, vent’anni? Negli ultimi decenni la partecipazione alla vita ecclesiale si è progressivamente ridotta, soprattutto tra i giovani. Le chiese sono sempre più vuote, le vocazioni sacerdotali calano, la pratica domenicale non è più un’abitudine condivisa. La fede cattolica, che per secoli è stata non solo spiritualità ma anche infrastruttura sociale e morale, appare in difficoltà.
Eppure la chiesa – con la “c” minuscola intesa come comunità, e con la “C” maiuscola intesa come istituzione – ha avuto da sempre una funzione educativa: non solo religiosa, ma civica. I comandamenti, al di là della dimensione di fede, hanno rappresentato un codice di comportamento, una bussola per il vivere civile. Senza quella cornice, ci si chiede: quale riferimento resterà per le nuove generazioni?
Affidarsi unicamente alle leggi dello Stato può non bastare. La cronaca riporta spesso episodi di giovanissimi, italiani e stranieri, che vivono senza freni e senza un senso profondo di regole condivise. La legge punisce, ma non educa; corregge, ma non accompagna nella crescita interiore. È qui che si avverte il vuoto lasciato da una chiesa meno presente, meno centrale.
Tra vent’anni, forse la Chiesa cattolica sarà più piccola, ma anche più consapevole del suo ruolo minoritario. Potrebbe ritrovarsi come “comunità di minoranza”, capace di parlare non più a tutti, ma a chi la cerca davvero. In questo scenario, la sfida non sarà solo mantenere viva la liturgia, ma trovare un linguaggio nuovo per trasmettere valori universali: rispetto, responsabilità, solidarietà, compassione.
Il rischio, altrimenti, è che a guidare la società resti soltanto la legge, senza quell’elemento educativo che forma coscienze, che anticipa e previene invece di punire. Non si tratta di nostalgia di un passato “cristianamente omogeneo”, ma della consapevolezza che la Chiesa, pur tra limiti e contraddizioni, ha avuto un ruolo di palestra morale per il popolo.
Allora, quale Chiesa tra vent’anni? Forse una Chiesa più piccola, più povera, più “di nicchia”, ma necessaria come spazio di senso in una società che rischia di vivere solo di norme giuridiche senza un’anima.
Salvo Nugnes per Agenzia Stampa Italia
*Immagine realizzata con A.I. Microsoft Copilot.


