(ASI) Nella terra africana si consuma un'altra tragedia. L’ennesimo golpe, l’ennesimo sconvolgimento, in una terra martoriata.

La protesta popolare scatenata contro la modifica costituzionale che avrebbe permesso al presidente Blaise Compaoré di ricandidarsi per la carica è sfociata in un colpo di Stato che è costato la morte di trenta persone e il ferimento di altre cento.

L’esercito ha dichiarato lo scioglimento dell’Esecutivo e dell’Assemblea Nazionale, sostituendoli con organi di transizione. Secondo il capo di stato maggiore dell’esercito, Nabéré Honoré Traoré, la transizione avrà una durata di dodici mesi. Dopo ulteriori scontri e una iniziale reticenza, Compaoré ha annunciato l’intenzione di lasciare il potere.

Sulla posizione dell’UE, si è espressa una portavoce del servizio diplomatico, che ha commentato le rivolte scoppiate contro il regime e l'annuncio da parte dei militari di aver preso il controllo del Paese: «Sia il popolo del Burkina Faso a decidere il proprio futuro». E ha aggiunto: «Facciamo appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche, le istituzioni militari e repubblicane e all'insieme del popolo perché costruiscano un nuovo futuro per il Paese, nel rispetto dei principi democratici e della costituzione».

La situazione si risolverà senza ulteriori spargimenti di sangue, oppure siamo all’inizia di un nuovo disastro?

 

Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia

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