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Sanitopoli umbra. Rimozione di dirigenti dell’Asl 3 capro espiatorio di un sistema partitocratico?

(ASI) Sanitopoli umbra. Rimozione di dirigenti dell’Asl 3? Capro espiatorio di un sistema partitocratico. Corresponsabile il sistema giudiziario amministrativo. Il nostro ricorso contro l’infame legge elettorale regionale fermo da un anno al tar dell’umbria Liliana Chiaramello e Andrea Maori membri della segreteria radicaliperugia.org sono intervenuti sulle questioni con una nota, sottolineando la gravità di questa situazione. 

"La sanitopoli umbra, che sta emergendo ogni giorno di più nella sua intensa gravità, è l’ulteriore dimostrazione della degenerazione del sistema “democratico” umbro, consistente in un'alterazione del ruolo dei partiti, in particolare di quelli che senza soluzione di continuità – se non nel cambio, evidentemente solo nominale – gestiscono la cosa pubblica da più di mezzo secolo. Da espressione della volontà dei gruppi sociali, questi partiti sono diventati strumenti di mero consenso, sottratti a ogni controllo democratico nell’occupazione illegale delle istituzioni pubbliche, con scopi completamente diversi dalle finalità per le quali si presentato di fronte agli elettori.

E' un sistema consolidato: al di là delle responsabilità penali , quello che conta è che il consenso in sede locale si ottiene sempre di più con la logica delle raccomandazioni e del partito che si trasforma in collettore di clientele. La rimozione della dirigente dell’Asl 3 – sicuramente una delle maggiori responsabili – è il capro espiatorio di un sistema che va abbattuto.
La partecipazione dei cittadini viene totalmente espropriata poichè vista solo come sistema di organizzazione del consenso illegale e non trasparente. Corresponsabile anche il sistema giudiziario, amministrativo regionale e, per tanti anni, quello penale. Le conseguenze sono devastanti: una regione senza opinione pubblica si trova gestita da cosche partitocratiche incapaci di nominare anche solo quei minimi anticorpi che noi Radicali chiediamo da anni, tra cui difensori civici, garanti dei detenuti, commissioni di giudizio sui referendum locali.
A questo si aggiunge un sistema di giustizia amministrativa farraginoso e irresponsabile: un nostro ricorso contro la legge elettorale della regione, di fronte al Tar – chiamato in causa nelle recenti intercettazioni per “aggiustamenti” -  a quasi un anno e mezzo non solo non è stato discusso, ma nemmeno preso in carico. Eppure, avevamo denunciato precise violazioni di legge a causa di un meccanismo elettorale che inevitabilmente porta a fenomeni di illegalità. Di fronte a questa situazione, contro l’assuefazione non rimane che la rivolta: rivolta nonviolenta con gli strumenti della democrazia".

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