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Umbria. Lignani Marchesani (PDL): "Empasse istituzionale, ferma l'attività regionale a causa delle vicende giudiziarie della maggioranza"

(ASI) Le vicende giudiziarie tengono banco e la macchina regionale è pericolosamente ferma:  "Sull'altare dei riequilibri interni alla maggioranza e con inchieste giudiziarie che tengono
ferma qualsivoglia azione di natura legislativa ed amministrativa, si assiste ad un triste  spettacolo di immobilismo che testimonia l'incapacità della Giunta Marini di prendere decisioni più volte annunciate.


Dopo la timida riforma degli ATER di quasi un anno fa è stato prodotto un pletorico disegno  di legge di riforma endoregionale che è stato più volte sull'orlo del ritiro per le prese di
posizione durissime di Comuni, Province e Comunità Montane.

Come si ricorderà, questo disegno di legge prevedeva la soppressione di ARUSIA e Comunità Montane, sostituendo e mettendo in capo a più o meno volontarie Unioni di Comuni deleghe e
competenze, in parallelo con una elefantiaca “Agenzia della forestazione”.

Nonostante le  differenze di ordine politico il disegno di legge presentato in materia dal centrodestra in  Regione ha invece raccolto - in sede di autonomie locali - più consensi, per la sua
semplicità e per lo snellimento concreto previsto nello stesso.

Soprattutto le Province avevano espresso forti perplessità nei confronti della Giunta  regionale, perplessità poi magicamente sfociate in un accordo sbandierato alla stampa in piena campagna elettorale amministrativa. Riguardo ai contenuti dell'accordo nulla è dato
sapere: fatto sta che ad oggi, a quasi sei mesi dalla presentazione dei DDL, tutto è tenuto  fermo in 1^ Commissione consiliare. Siamo in un contesto di forte empasse che pagheranno in
primis le Comunità umbre.

Agli interessati auguriamo di chiarire il prima possibile e positivamente la propria posizione giudiziaria, ma è di tutta evidenza che le inchieste in corso della magistratura -
che già fanno male a qualsivoglia livello politico e istituzionale - non possono produrre  un'ulteriore criticità che di fatto tiene fermi i lavori del Consiglio regionale.
La Presidente e la sua maggioranza procedano, se lo vogliono, ad un rimpasto o vadano avanti in queste condizioni, ma rispettino le Istituzioni e la collegialità del Consiglio regionale
e - soprattutto - provino ad onorare il programma elettorale che hanno proposto agli elettori.
 
 

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