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Anche le Regioni devono stanziare fondi per Montedoglio.

Ci vuole faccia tosta a rovesciare sul Governo oneri e responsabilità con l’Ente Irriguo Umbro-Toscano gestito in via diretta da decisioni delle Giunte regionali umbre e toscane.

Alla faccia tosta non c’è limite: l’incontro tra le due Regioni interessate riguardo la vicenda Montedoglio non ha prodotto altro che l’ennesima richiesta di fondi al Governo nazionale, con allegato messaggio subliminale che scarica sul livello nazionale responsabilità e conseguenze.

Giova ricordare che l’Ente Irriguo Umbro Toscano, anche se in liquidazione, è partecipato dal Ministero dell’Agricoltura e in maggioranza dalle Regioni Umbria e Toscana. Non è un caso che

la “governance” dell’Ente è stata sempre condivisa, ma con il piatto della bilancia sempre a favore delle Regioni, cui è spettato di fatto l’indicazione del Commissario e di un sub Commissario. A questo si aggiunga il fatto che il Direttore generale è stato sempre emanazione politica delle due Regioni.

Per l’ennesima volta si conferma l’andazzo, diffuso in tutti i contesti amministrativi, per cui si pretende una gestione esclusiva e clientelare di Enti e situazioni, ma con erogazione certa di risorse proveniente da altre fonti.

In questo contesto, però, responsabilità ed oneri - compresi i risarcimenti - non possono che essere condivisi, fermo restando che vanno individuate senza infingimenti e coperture le responsabilità dell’accaduto. Un Governo regionale serio avrebbe immediatamente stanziato una parte dei fondi e, facendo presente il proprio sforzo, successivamente avrebbe richiesto l’integrazione statale.

Purtroppo si continua con la propaganda politica, con i parametri dello scaricabarile e con gli annunci, dimenticando la tensione ed i rischi corsi lo scorso 29 dicembre.

Il Centrodestra regionale intende fare la sua parte perorando interventi nazionali, ma solo nel caso in cui la Giunta regionale dimostri finalmente serietà di intenti ed ammetta una propria compartecipazione a responsabilità ed oneri.

Andrea Lignani Marchesani

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