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(ASI) Giovedì il Gip Patrizia Tudisco ha effettuato un provvedimento d'arresto nei confronti dei vertici dell'azienda siderurgica Ilva per danni ambientali che hanno causato "eccessi di mortalità, anche tra i bambini", nella città di Taranto, dove sono situati gli impianti.

E' stato inoltre disposto il sequestro degli impianti, decisione che, non appena ne è giunta notizia, ha provocato il disappunto degli opeai tarantini della Ilva, i quali sono scesi per le strade della città pugliese bloccandone il traffico per gran parte della giornata. Anche il mondo politico, trasversalmente, ritiene fuori tempo e inopportuna la disposizione del Tribunale.

La pugliese Adriana Poli Bortone, ex sindaco di Lecce, ritiene che "sarebbe stato più ragionevole, nelle condizioni attuali economiche e sociali del Mezzogiorno, lasciare l'uso della struttura imponendo contestualmente, in tempi brevissimi, gli interventi dovuti a tutela della salute pubblica''.

''C'e stata - aggiunge - molta arroganza in questi anni da parte di Ilva e questo è il risultato di comportamenti omissivi di chi non ha inteso venire incontro alle esigenze sempre più urgenti di tutela ambientale, anche da parte delle istituzioni prima fra tutte la Regione Puglia che non è stata in grado o non ha inteso intervenire attraverso gli organismi di controllo. Oggi - conclude - al disastro ambientale aggiungiamo quello occupazionale in un momento di crisi che non offre spiragli di luce''.

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