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Dibattiti. Mala tempora currunt…

(ASI) Tempi in cui si sono smarriti i legami tramandatici dagli avi e che ancoravano le persone alla società in cui vivevano, in cui i valori che guidavano la quotidianità delle nostre vite sono scomparsi sostituiti dall’opportunismo, dal tornaconto personale, dall’egoismo e da una visione cinica dei rapporti con la comunità.

D’altronde è la prevedibile ed inevitabile conclusione alla quale si doveva arrivare da quando il materialismo ha trionfato nella guerra tra il sangue e l’oro e quest’ultimo è diventato il paradigma centrale della società umana anteponendosi all’Uomo!

In un tale contesto diventa logico subire la tirannia della finanza che giunge così a governare la politica anziché esserne governata, in un tragico rovesciamento di gerarchie che non può non arrivare ad essere a scapito dell’umanità!

Ed ecco che le banche diventano le nuove cattedrali, la borsa diventa sede della nuova religione ed i bilanci economici i nuovi testi sacri sui quali basare il giudizio sul merito o sul peccato ..!

Noi non siamo esperti nella finanza e non sappiamo dare un giudizio definitivo sulla validità delle politiche dell’Europa e dell’Italia in questo contesto di crisi mondiale che l’America ci ha infettato e le cui conseguenze sta cercando di ribaltare su di noi, ma una cosa la sappiamo con certezza e cioè che il difetto NON è nella contingenza odierna, ma nel SISTEMA che ha sradicato la valenza dei valori umanistici sostituendoli con quelli economici o peggio ancora finanziari!

Non siamo in grado di prevedere se la Grecia riuscirà ad evitare la catastrofe sociale e se Spagna, Italia e Portogallo la seguiranno nel precipizio oppure lo sapranno evitare, ma siamo sicuri che se non si provvederà a disancorare i destini e le politiche dei Paesi dalla tirannia della finanza internazionale, tali situazioni si ripresenteranno ancora ed ancora sino al crollo finale di una struttura sociopolitica che conteneva in se, sin dagli albori il seme della propria distruzione!

E’ imperativo di tornare a pensare all’Uomo nella sua interezza ed a porlo come centro della società umana al posto del denaro che ne aveva usurpato il posto.

 

 

 

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