La CGIL scrive al Ministro del Lavoro per denunciare una norma, che definisce “una vera e propria tagliola”, contenuta nel collegato lavoro recentemente approvato: il fatto cioè che i lavoratori con un contratto a termine avranno solo 60 giorni di tempo dopo la scadenza del rapporto di lavoro per fare ricorso contro l’azienda in caso di irregolarità.
Nello specifico, all’articolo 32 del provvedimento (‘decadenze e disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo determinato’) si applica, si legge nella lettera, “il termine dei 60 giorni per l’impugnativa del licenziamento ai casi di contestazione delle irregolarità nei contratti a carattere temporaneo e precario”. La CGIL contesta la norma perché molti lavoratori “non saranno neppure in grado di conoscere in tempo questa nuova norma e decadranno dal diritto” e per “un probabile fortissimo aumento del contenzioso: cioè l’esatto contrario di quanto il governo dichiara di perseguire”. La CGIL chiede quindi, conclude Fammoni, “un’immediata correzione di almeno questo punto prima dell’entrata in vigore della legge.