(ASI) "L'Istat ci dice che fra il 2022 e il 2023 il lavoro irregolare è aumentato dell'11,7% e rappresenta ormai più di un terzo di tutta l'economia non osservata: 77,2 miliardi di euro. Le unità di lavoro irregolari sono 3 milioni 132 mila, in crescita di oltre 145 mila unità rispetto al 2022, in prevalenza dipendenti: circa 2 milioni e 274mila unità. Ma le persone in nero sono molte di più perché questi dati sono espressi in Ula: unità di lavoro a tempo pieno.
Una piaga che va combattuta, prima di tutto a difesa dei lavoratori, ma anche perché alimenta evasione fiscale e contributiva, immigrazione irregolare, incidenti sul lavoro, infiltrazioni della criminalità organizzata in ambito produttivo. Fra i tanti strumenti di contrasto vanno pensati anche strumenti che incentivino i lavoratori alla difesa individuale, come quello che abbiamo proposto nella nostra proposta di legge sul part-time: se il lavoratore dimostra in giudizio che ha lavorato irregolarmente il 20% in più rispetto a quanto previsto contrattualmente, il contratto part time viene trasformato in lavoro a tempo pieno e al lavoratore viene riconosciuta la corrispondente retribuzione fin dalla prima ora in nero dimostrata. Una sanzione molto costosa per il datore di lavoro e molto premiale per il lavoratore quindi con grande potere di deterrenza". Così in una nota Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd.


