(ASI) "La notizia riportata in queste ore dagli organi di stampa sul fatto che due dei tre operai che hanno perso la vita precipitati da un montacarichi lavoravano "in nero" e operavano senza caschi né cinture di sicurezza, aggiunge al dolore la rabbia.
Queste circostanze che dovranno essere confermate dall'indagine della Procura di Napoli dimostrano ancora una volta che questo tipo di disgrazie non sono mai casuali, ma rappresentano l'esito inevitabile delle politiche di deregolamentazione, dei subappalti incontrollati e del crescente ricorso al lavoro irregolare". Lo dichiara in una nota Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
"Per questo motivo rilanciamo - continua Barbera - la proposta di inserire nel nostro ordinamento il reato specifico di omicidio sul lavoro. Nessuna complicità normativa a tutela del profitto può continuare a tollerare morti come queste. Chi consente o favorisce condizioni di rischio mortale sul lavoro deve rispondere di un crimine grave".
"Chiediamo - conclude Barbera - che il governo e il Parlamento rispondano immediatamente: va introdotta la responsabilità penale specifica per chi, per risparmio, cinismo o negligenza grave, mette in pericolo la vita dei lavoratori. Serve inoltre il rafforzamento degli istituti di vigilanza, il blocco effettivo dei subappalti a catena e l'introduzione di norme che colpiscano duramente chi sfrutta il lavoro nero.Non basta più solo protestare o chiedere indagini".


