(ASI) Riceviamo e Pubblichiamo - "L’annullamento unilaterale del concerto del maestro Valery Gergiev da parte delle autorità della Regione Campania — nell’ambito del festival “Un’Estate da Re” previsto per il 27 luglio 2025 presso il Palazzo Reale di Caserta, dove il celebre direttore avrebbe dovuto esibirsi alla guida della Filarmonica di Salerno con un programma dedicato a Tchaikovsky e ad altri grandi compositori russi — rappresenta un fatto grave.
Non solo sul piano culturale, già di per sé evidente, ma anche per le ricadute diplomatiche che questa decisione può comportare. Sebbene il grande pubblico ne sia poco consapevole, la pace nel terzo millennio non si costruisce soltanto attraverso i canali ufficiali della diplomazia istituzionale, ma anche — e sempre più spesso — grazie alla diplomazia culturale e informale, portata avanti dal mondo associativo e dalla società civile. Vorrei ricordare, in tal senso, l’esempio storico del Vietnam: la pace fu raggiunta anche grazie al lavoro instancabile non di un capo di Stato, ma di un sindaco — Giorgio La Pira — profondamente convinto del dialogo come strada per la riconciliazione. Ora mi domando: come può l’Italia contribuire concretamente a un processo di pace se, pur non essendo in guerra con la Federazione Russa, adotta toni e comportamenti che risultano ostili verso una Nazione che, fino a ieri, è stata tra i nostri migliori partner economici e culturali? Una Nazione che ci ha aiutato, concretamente e generosamente, in più di un’occasione: dal terremoto di Messina del 1908 a quello dell’Aquila nel 2009, fino ai difficili giorni dell’emergenza Covid-19, quando fu tra i primi Paesi a inviare medici e materiali in Italia. Il mio rammarico è tanto più grande perché — come riportato anche dalla stampa — erano già stati venduti quasi mille biglietti per il concerto, a testimonianza del fatto che in Italia esiste ancora un pubblico sensibile al valore dell’arte e non disposto a cedere alla logica della contrapposizione. Come associazione, ogni giorno cerchiamo, nel nostro piccolo, di costruire ponti di dialogo e di pace. Ma in questo clima, francamente, tutto diventa più difficile. E più doloroso. Mi chiedo allora: qual è la vera finalità di questo annullamento? Quale obiettivo si intende raggiungere? La pace? Non credo proprio. Comprendo che vi siano voci critiche rispetto a questa manifestazione, e ritengo giusto ascoltarle. Ma trovo incomprensibile che un Paese come l’Italia — la cui Costituzione ripudia la guerra e promuove la via diplomatica — si ritrovi oggi ad assecondare il punto di vista di una sola delle controparti, venendo meno a quella vocazione al dialogo che, storicamente, l’ha resa un ponte tra le civiltà." Così dichiara in una nota il Presidente Associazione degli Italiani Amici della Russia, Lorenzo Valloreja.


