Pier Silvio Berlusconi e l’ingresso in politica: una nuova sfida all’orizzonte?

(ASI) Cologno Monzese - Per la prima volta in assoluto Pier Silvio Berlusconi apre alla scena politica italiana. In occasione della presentazione dei palinsesti Mediaset a Cologno Monzese, il suo «non lo escludo» appare come un possibile cambio di direzione nella sua vita, in quanto precedentemente non si era mai espresso in tali termini.

Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset e figlio del fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi, prosegue nel suo intervento, creando un interessante parallelismo: il padre infatti entrò in politica all’età di 58 anni fondando il partito Forza Italia, mentre il figlio ne ha ancora 56. Il paragone con il padre è praticamente inevitabile: entrambi uomini di successo e dediti alle loro imprese, entrambi cresciuti nell’ambiente mediatico-televisivo, in cui hanno perfezionato le loro conoscenze sulla comunicazione di massa. Il padre Silvio Berlusconi, quando decise nel 1994 di scendere in politica, portò una ventata di modernità, accompagnata da una comunicazione innovativa e particolarmente efficace, segnando una linea di rottura con la politica tradizionale degli anni precedenti, tant'è che vinse subito alle prime elezioni. Sicuramente più riservato del padre, Pier Silvio ha ampiamente dimostrato di saper gestire gli affari di famiglia, portando il Gruppo Mediaset a rinnovarsi negli anni, dimostrando di essere in grado di rimanere al passo dei tempi e della globalizzazione.

Il numero uno del Biscione prosegue nel suo intervento, lasciando intendere che è ancora troppo presto per un suo impegno concreto in politica, ma lascia aperta la porta per un futuro forse non troppo prossimo. Ma l’occasione è comunque un interessante banco prova per effettuare qualche piccola “prova tecnica di trasmissione politica” e rivolgendosi in particolare ad Antonio Tajani sullo Ius Scholae, Pier Silvio Berlusconi si espone affermando di essere più sfavorevole alla questione, di quanto lo sia il segretario nazionale di Forza Italia. Le motivazioni di questa sua affermazione si riferiscono in particolare a una tempistica errata: è infatti troppo presto per mettere in tavola una riforma così ampia e complessa, che può essere sicuramente migliorata. Ma soprattutto perché lo Ius Scholae non rientra affatto tra le priorità degli italiani in questo momento storico. 

L’invito per Tajani è quello di guardare avanti al futuro, con l’obiettivo di trovare e far crescere i nuovi leader politici che guideranno la politica nazionale. Una visione aperta su possibili nuovi orizzonti futuri.

Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia

Fonte foto AI Sora su input Carlo Armanni 

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