Negoziazione e Politica europea per mitigare l’impatto dei dazi

(ASI) I dazi hanno contenuti ben peggiori delle attese e al di là della sproporzione tra dazi e deficit delle partite correnti (meno di sei decimi di punto del PIL USA nei confronti dell’Europa), non si tratta tanto del livello delle nuove tasse, quanto, soprattutto, dell’implicito ed esteso attacco al funzionamento dell’Unione in materia di sussidi pubblici, politiche anti-inquinamento, proprietà intellettuale, equa tassazione dei redditi e imposte indirette, tutti temi confusamente identificati con l’etichetta di barriere non tariffarie.

La strategia di risposta europea non può che incardinarsi su alcuni precisi pilastri. Negoziazione ferma ma ragionevole con la controparte, politica monetaria espansiva, intensificazione dei processi di riduzione della burocrazia interna e per rendere più coesa l’Europa in termini di unione bancaria e mercato dei capitali, per fare confluire l’eccesso di risparmio verso investimenti che la rendano più competitiva.

Così Confcommercio in una nota sull’entrata in vigore dei dazi americani.

 

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