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(ASI) Lettere in Redazione. La Cassa Mutua nazionale del Credito Cooperativo nella sua ultima riunione ha aumentato del 10% la retta a carico dei pensionati e dei loro famigliari. Interpellato il Consiglio Amministratore della Cassa ha risposto che la gestione è in deficit di 1,5 milioni e che la manovra sui pensionati ha procurato solo 150 mila euro, quindi si renderanno necessarie riduzioni delle prestazioni.

Nessuna spiegazione circa il motivo per cui non si è provveduto ad aumentare le rette degli iscritti “attivi” che sono in parte corrisposte dal lavoratore e in parte dall’azienda di appartenenza, mentre i pensionati devono provvedere totalmente a carico proprio. La gestione fallimentare della Cassa Mutua nazionale non è stata minimamente sanzionata dai sindacati (e come lo potrebbero visto che siedono con propri membri nel Comitato Amministratore?) né si sono fornite spiegazioni per le ingenti perdite: gli amministratori che hanno gestito la Cassa in questi anni e che hanno determinato questo risultato sono rimasti al loro posto, si sono limitati a deliberare l’aumento del 10% a carico dei pensionati che non sono rappresentati in seno al Comitato Amministratore, al contrario delle organizzazioni sindacali Cgil, Uilc, Cisl e Ugl. I pensionati credono che questa non sia una belle prova di solidarietà verso i piu' svantaggiati degli associati. Se questo Gruppo di banche è veramente differente e se veramente crede nella solidarieta', non dovrebbe favorire una parte degli associati a scapito dell'alra, con l'appoggio dei sindacati che hanno tutti votato a favore, privilegiando gli occupati a scapito dei pensionati che in questo momento di difficoltà del Paese sono già stati chiamati a grandi sacrifici.

Mario Bannoni, pensionato, ex appartenente a una società del gruppo del Credito Cooperativo.

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