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(ASI) “Non è la prima volta che il Presidente della Repubblica interviene con moniti chiari circa la condizione delle carceri nel nostro Paese. La nostra speranza è che tutti questi appelli, lanciati dalla più alta carica dello Stato, vengano ascoltati”.

Così si esprime Giuseppe Moretti, segretario nazionale Ugl Polizia Penitenziaria, a seguito del monito inviato dal Presidente della Repubblica Napolitano circa l'emergenza carceri.

La situazione di evidente sproporzione tra la capienza delle strutture e la popolazione carceraria – spiega il sindacalista – così come sottolineato anche dal vice presidente del CSM Vietti, vanifica la funzione rieducativa della pena e rende insostenibili i turni di lavoro alla Polizia Penitenziaria, per non parlare poi delle difficoltà vissute dagli stessi detenuti a causa del sovraffollamento”. Il sindacalista ritiene "assolutamente sottodimensionato" il numero di addetti al carcere (guardie carcerarie, personale amministrativo, educatori, psicologi, medici e infermieri) a fronte di 23mila detenuti "ristretti oltre la capienza ordinaria".

Moretti non ha dubbi, la soluzione è quella delle misure alternative alla detenzione, "unitamente a sistemi innovativi come quelli adottati da altri Stati europei dove è previsto che l’esecuzione di una pena detentiva sia eseguita - prosegue Moretti -, nei casi che non creano allarme sociale, solo in presenza della disponibilità allocativa”. “Siamo convinti – conclude il sindacalista – che l’estensione della misura della detenzione domiciliare anche a coloro che devono scontare una pena di un anno e mezzo, sia un’altra ipotesi da non sottovalutare”.

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