(ASI) Roma - "Siamo nell'epoca del capitalismo della sorveglianza in cui la nostra esperienza umana si svolge per un discreto tempo on line. Grazie alla nostra attività quotidiana sulla Rete, che poco si preoccupa di autotutelarsi in termini di privacy, i colossi multinazionali dell’online raccolgono e conservano tutti i dati che ci riguardano, monitorano i nostri spostamenti, i nostri acquisti, perfino le nostre emozioni. Su questi dati applicano algoritmi adatti a predire i nostri comportamenti futuri. Ecco che le nostre identità emesse dai colossi del web permettono loro di sorvegliarci in modo continuativo e di conoscere le nostre vite nei dettagli quotidiani. Quanto ce ne preoccupiamo?".
Lo afferma in una nota la senatrice del MoVimento 5 Stelle Maria Laura Mantovani.
"Molto più arretrata invece è l’offerta dei servizi online della pubblica amministrazione", aggiunge: "SPID, l’identità digitale per i cittadini, è stata richiesta attualmente da 5 milioni di persone e i servizi utilizzabili sono ancora pochi e usati saltuariamente. L’impegno della ministra per l’innovazione Pisano per far fare un balzo di avanzamento alla PA in termini di offerta di servizi digitali è immane. L’idea che SPID diventi un servizio a tutti i cittadini rilasciato direttamente dallo Stato spaventa? Ci spaventa che lo Stato italiano possa registrare i nostri dati di cittadini? Piuttosto dovremmo riflettere maggiormente sulla disponibilità dei nostri dati da parte dei colossi del web. Lo Stato infatti è al servizio del cittadino e comunque tutto quanto viene posto in opera in ambito pubblico è frutto del processo di elaborazione democratica; non altrettanto si può dire degli scopi delle multinazionali.
A chi si preoccupa poi che mediante l’identità SPID, se utilizzata per accedere a servizi dei privati, possa veicolare dati personali a questi servizi, si deve controbattere che piuttosto è vero il contrario: finalmente si potrà disporre di una identità che tutela la privacy dei cittadini. Con l’identità SPID ci sarà anche un processo di educazione e di alfabetizzazione digitale che permetterà appunto ai cittadini di capire esattamente come tutelare i propri dati personali e lo Stato sarà il garante di questa tutela".
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