(ASI) - L'Italia prevede un'età legale per accedere alla pensione tra le più alte al mondo, 67 anni ma l'età effettiva è ben più bassa: 62.

In più abbiamo la seconda spesa per le pensioni, ben il 16,2% del Pil, tra i Paesi industrializzati e il primato per i contributi previdenziali. L’Italia è uno dei 4 Paesi in cui chi entra oggi nel mondo del lavoro andrà in pensione tardissimo. Secondo uno studio dell'Ocse, per un giovane di 22 anni che ha iniziato a lavorare nel 2018, il traguardo della pensione è 71 anni, che è l'età più elevata, insieme a Olanda ed Estonia, dopo quella della Danimarca in cui si smette di lavorare a 74 anni. Un'età molto più avanzata degli altri Paesi Ocse, dove in media si andrà in pensione a 66,1 anni. L'Ocse rileva inoltre che, anche per i nuovi arrivati nel mondo del lavoro, qualora restassero in vigore le norme attuali, sarà possibile chiedere di andare in pensione a 68 anni con 20 anni di contributi. Insieme a Olanda, Repubblica Slovacca e Spagna, siamo tra i Paesi - criticati dall'Ocse - che negli ultimi due anni "hanno fatto marcia indietro" rispetto alle precedenti riforme. Cosa che potrebbe mettere a rischio la stabilità macroeconomica, ammonisce lo studio. Quota 100, rileva l'Ocse, si è aggiunta alle misure introdotte nel 2017, tra cui l'Ape social e finanziaria e opzione donna, che rendono possibile la pensione in anticipo.

 

 

Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia

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