(ASI") L’esame parlamentare della legge di bilancio sta avvenendo fuori da ogni promessa e regola. Anzitutto le promesse: nel suo discorso di insediamento il Presidente Fico aveva prefigurato una nuova centralità parlamentare.

Ora è evidente che nel primo passaggio la Camera ha esaminato un testo che quasi nulla avrà a che fare con quello reale e che nel terzo passaggio potrà solo dire di sì a quello proveniente da Palazzo Madama.

Non va meglio sotto il profilo delle regole. Nella XIV legislatura 2001-2006, con il cosiddetto lodo Pera (allora Presidente del Senato)-Morando (allora capogruppo Ds in Commissione Bilancio) fu stabilita una sorta di convenzione costituzionale per la quale il Governo poneva la fiducia in Aula sul testo approvato dalla Commissione bilancio; quindi, su un testo parlamentare e non un testo esclusivamente governativo. Un patto sempre rispettato, tranne nel 2016 perché lì ci fu una crisi di Governo. Bene, la nuova maggioranza, che peraltro rivendica il sovranismo, si prepara invece a mettere la fiducia direttamente in Aula su un testo che viene sostanzialmente scritta a Bruxelles, forse dopo un’intesa ancora incerta con la Commissione Ue.

Difficile smentire in modo più solenne promesse e regole".

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