(ASI) Scrive il deputato Pd Stefano Ceccanti nella sua diretta facebok dalle Commissioni riunite Affari Costituzionali e giustizia: "L'esame del disegno di legge sull'anticorruzione in relazione alla prescrizione è una sequenza di forzature, a tratti anche ridicole. Il 31 ottobre la presidente della Commissiione Giustizia Giulia Sarti esalta il merito dell'emendamento attribuendone la paternità al ministro Bonafede.

La Presidente Grillo è colei che dovrebbe, da giudice in Parlamento, valutarne ll'ammissiiblità; è ovvio che se lo esalta nel merito diventa parte in causa e nessuno può credere davvero che dopo possa giudicare con obiettività.
2. Poi la presentazione slitta dal Ministro a due relatori grillini visto che il Governo è diviso..
3. 4. Quindi ha un luogo un ufficio di Presidenza in cui solo il M5S ne difende l'ammissibilità.
Infine, per imbrogliare le carte e guadagnare tempo rispetto allo scontro nella maggioranza, con una mano l'emendamento viene ritirato e con l'altra viene ripresentato cambiando i titoli. Ora un emendamento o è inammissibile (come è questo perché cambia l'intero processo) o non lo è: non è che col trucco di cambiare i titoli lo diventa. Non a caso gli emendamenti sui titoli si votano alla fine, come conseguenza logica finale del lavoro.
In altri termini, con questi trucchetti, si sta trasformando l'istruttoria legislativa in Commissione in una barzelletta, ovvero, per seguire il pensiero del Vice-Presidente Di Maio, secondo cui le riforme si fanno con tre righe all'improvviso, nella prosecuzione di twitter con altri mezzi."

 

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