(ASI) - Lunedì ha avuto luogo a Roma l’incontro tra il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, i sindacati e Arcelor Mittal, la multinazionale che ha vinto la gara per il salvataggio dell’Ilva di Taranto.

Le cifre riguardanti il piano di salvataggio discusso con l’ex ministro Carlo Calenda prevedevano circa 2700 esuberi, un numero che non è affatto diminuito. Sia i sindacati che Di Maio passano la palla alla multinazionale dopo il nulla di fatto al tavolo delle trattative; chiedono inoltre garanzie per tutti i 14.000 lavoratori dell’Ilva.

Arcelor, dal canto suo, parla di un incontro positivo: “L’impegno è di dedicare i prossimi giorni all’approfondimento delle rispettive posizioni, alla verifica di questioni tecniche e legali e alla definizione di successive ipotesi di lavoro in modo da potersi incontrare nuovamente a breve su basi più efficaci”. Il prossimo appuntamento per la trattativa è rimandato a dopo il 20 Agosto. Nel frattempo saranno i tecnici del Mise e del Ministero del Lavoro ad individuare insieme ai commissari straordinari dell’Ilva e ad Arcelor Mittal la via per arrivare ad un accordo.

Luigi Di Maio invece commenta così l’incontro: “È stato un primo tentativo di ripartenza ma questo piano occupazionale non può assolutamente soddisfare le nostre esigenze. Non ci sono passi in avanti”. Ma avverte che se sulla gara per l’Ilva saranno riscontrate criticità e irregolarità tali da compromettere l’interesse pubblico, la responsabilità è dello Stato e non del privato”.

 

Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

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