(ASI) “Imbarcare 250 migranti su una nave che non ha i mezzi tecnici per garantirne l’incolumità non significa salvare vite umane. La Ong Lifeline, come tutte le organizzazioni che operano nel Mediterraneo, è tenuta a rispettare la legalità.

La scelta di non collaborare con la guardia costiera Libica, impedendo che i naufraghi vengano messi in salvo sulla terra ferma, espone i migranti a ulteriori e inutili rischi”. E’ quanto affermato da Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Affari Esteri. “Come ha ricordato il ministro Toninelli, non abbiamo nulla contro le Ong ma deve essere chiaro che tutte devono operare in piena trasparenza e nel rispetto delle leggi. La Lifeline batte bandiera olandese ma, allo stato, non è arrivato ancora alcun riscontro sul punto. L’indagine sull’effettiva nazionalità della nave, di competenza del ministro Toninelli, sarà utile a fare chiarezza su un fenomeno al quale bisogna rispondere rapidamente e con fermezza. Non si tratta semplicemente di bandiere, si tratta di assicurare il miglior impegno possibile per salvare vite umane e di farlo nel rispetto delle regole”.

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