(ASI) Roma  - "Alla fine il business dell'accoglienza ha prevalso sulla difesa dei diritti delle famiglie e dei bambini italiani. La scuola elementare Fabio Filzi di via del Frantoio, a Tiburtino III, quest'anno a settembre non formerà nessuna delle cinque classi".

E' la denuncia di Mauro Antonini, responsabile del Lazio per CasaPound Italia, che spiega che cosa è successo. "La scuola, in attività da 60 anni, chiuderà per la pericolosa vicinanza al centro illegale d'accoglienza. Sono quattro anni che CasaPound si batte per la chiusura di quel centro, che peraltro ospita più immigrati di quanti potrebbe, la maggior parte dei quali sono clandestini che hanno creato e creano problemi nel quartiere, disagio e tensione sociale", sottolinea Antonini. "Tiburtino III è una borgata di periferia abbandonata dalle istituzioni, un quartiere-dormitorio, per intenderci. La scuola era uno dei pochi punti di riferimento per le famiglie. Ma si è permesso che la zona venisse letteralmente invasa dagli immigrati. Tanto che i genitori non se la sono PIù sentita di iscrivere i figli in una struttura accanto a una centrale dell'illegalità, dove regna la totale assenza di sicurezza. È inaccettabile - attacca Antonini - che le istituzioni abbiano permesso tutto questo. I nostri figli devono poter vivere e crescere nei nostri quartieri e i genitori non devono essere costretti a mettersi in macchina e fare chilometri su chilometri per portarli a scuola". "Nonostante tutte le nostre battaglie - conclude Antonini - il centro di accoglienza è ancora lì. La scuola no. Il business degli immigrati è più redditizio: non c'è guadagno nel garantire un servizio pubblico alle nostre famiglie. Il Comune, il Municipio, le giunte, i consigli, le autorità sono tutti responsabili. Se non è sostituzione di popoli questa...". Conclude la nota di Mauro Antonini, responsabile del Lazio per CasaPound Italia.

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