(ASI) “Ci risiamo! Ancora una volta, nella complessa vicenda Ilva, ad avere la meglio non è il buon senso ma il pugno duro, quell’atteggiamento a senso unico che ha contraddistinto sin dall’inizio la gestione di una matassa particolarmente intricata, che un decisionismo ben poco lungimirante non sarà di certo in grado di sciogliere.
Dopo una vendita a porte chiuse, piani industriali fantasma, preclusione al confronto su situazioni emergenziali, le critiche del ministro Calenda ai ricorsi della Regione Puglia e del Comune di Taranto sul piano ambiente sono state quanto di più sbagliato potesse accadere. Ci troviamo di fronte ad un tentativo, anche mal celato, da parte dell’Esecutivo nazionale, di fare pressione sul TAR, mettendo il tribunale di fronte ad un bivio. Prima Renzi, poi Gentiloni, gli stessi errori, la stessa presunzione. Una situazione incredibile, sulla quale sarebbe stato opportuno un intervento chiarificatore del presidente della Repubblica, che risente anche delle tensioni interne al PD. Ho chiesto alla commissione Ambiente della Camera di convocare gli attori della vicenda in audizione congiunta con la commissione Attività produttive, per verificare cosa stia realmente accadendo”, lo dice l’onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia, componente della commissione Ambiente alla Camera dei Deputati.

