(ASI) Le parole di cordoglio o le attestazioni di solidarietà nei confronti delle donne vittime di violenza non bastano più. I fatti riportati dalla cronaca, non ultima la barbara uccisione di una quindicenne nel foggiano nella giornata di ieri, uno dei tanti raccapriccianti casi avvenuti nelle ultime settimane in Italia, devono imporre al legislatore di passare dalle sole buone intenzioni ai fatti.
Non serve una disamina particolarmente approfondita per capire che le donne soggette a violenza, nel momento in cui sporgono denuncia, divengono ancor più a rischio. Ed è proprio quello il momento in cui deve essere data loro maggiore tutela. Si individuino gli strumenti opportuni, si stabiliscano modalità affidabili, non escludendo, nei casi più gravi, l'utilizzo del braccialetto elettronico. È d'obbligo fermare per tempo chi lede l'altrui libertà, e ancor di più quando le vittime sono soggetti deboli. Anche la scuola ha il dovere di fare la propria parte, insegnando ai giovani le regole che stanno alla base della società civile, a partire dal rispetto nei confronti del prossimo". Lo dice l'onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia.

ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione

Continua a leggere