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(ASI) “Nella legge che si sta discutendo adesso, di processo breve è rimasto soltanto il nome. Non accorcia in alcun modo il processo”. Lo scrive sul suo blog il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

“In realtà - continua - è rimasta solo una norma, quella all’art. 3, che dice semplicemente questo: ‘D’ora in poi i termini di prescrizione sono più brevi, anche con riferimento ai processi in corso per i quali non c’è ancora la sentenza di primo grado. Quel tanto che basta per permettere al signor Silvio di farla franca’. Ergo, tutto questo macello è perché bisogna fare una corsa contro il tempo per far scattare la prescrizione prima che si chiuda il processo Mills. Perché in questo benedetto processo il corrotto è già stato condannato e se si va a sentenza è facile che venga condannato anche il corruttore, cioè Berlusconi. Insomma, c’è una corsa contro il tempo per fare una leggina che anticipi i termini della prescrizione. Il mondo brucia, le centrali nucleari esplodono, la guerra è in corso, il Paese non ha più un’economia e noi, tra una schedina tirata in faccia all’opposizione da Alfano e un ‘vaffa’ di La Russa, di cosa ci occupiamo? Del processo di Berlusconi. Dicono che è l’Europa a chiedere questa legge. Ma l’Europa ci chiede di fare più presto i processi, non di non farli più. Quello che deve fare l’Italia per rispondere positivamente all’Europa non è fare una normetta per poter dire ‘così in meno tempo lo prescrivo’. Quello che dovrebbe dire è invece: ‘Attrezzo strumenti, persone, finanze e quant’altro per farlo il più presto possibile’. Se il processo si fa, si sa se una persona è innocente o colpevole, ma non farlo più è la sconfitta della giustizia e dello Stato di diritto. Lasci senza giustizia tutti: gli innocenti, le vittime e i colpevoli".

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