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Berlusconi: Accuse allucinanti, andrò in tv a difendermi

(ASI) "Andro’ in tv a difendermi. Andro’ a tutte le udienze". Lo afferma, in un colloquio a ’La Repubblica’, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervenendo in merito alla notizia della chiusura delle indagini sul caso Ruby da parte della procura di Milano.   "Hanno messo in piazza 33 ragazze che passeranno il resto della loro vita con il marchio della prostituta. E invece erano ragazze che hanno avuto solo il torto di partecipare a cene con il presidente del Consiglio. Io non posso credere a un uso della giustizia cosi’ barbaro e cosi’ lontano dalla realta’. Io poi ho 75 anni e sebbene sia birichino... 33 ragazze in due mesi mi sembrano troppe anche per un trentenne. Sono troppe per chiunque. Eppoi c’e’ un ostacolo in piu’. Ho sempre avuto vicino a me la mia fidanzatina che per fortuna sono riuscito a tenere fuori da questo fango. Se avessi fatto tutto quello che dicono, mi avrebbe cavato gli occhi".
Riguardo ai bonifici fatti dal ragionier Spinelli alle ragazze in questione, Berlusconi ha spiegato che "anche su quella vicenda ho visto cose allucinanti. Io non ho mai pagato una donna in vita mia. E poi puo’ essere mai che uno paghi con dei bonifici bancari una prestazione sessuale? Ma dove si e’ mai visto? Io sono come una Caritas quotidiana. Pago interventi chirurgici, il dentista, le tasse universitarie a tutti coloro che ne hanno bisogno". Quanto alla telefonata in Questura, Berlusconi ha osservato: "Posso giurare che una settimana prima avevo parlato con Mubarak per almeno 15 minuti di questa ragazza. Ho tutte le testimonianze. In quei giorni poi mi stavo occupando della crisi tra la Libia e la Svizzera. Ho pensato: e se anche da noi una parente di un premier straniero, in questo caso Mubarak, va in prigione? Che succede? Abbiamo allora mandato una persona incensurata per risolvere il problema. Senza contare che il presidente del consiglio ha il diritto di intervenire in campo amministrativo. Mi hanno spiegato che Craxi fece cose simili in occasione del caso Sigonella".

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