Libia: Casini, serve soluzione politica ma deve cercarla l'UE. Trattato di Dublino? L'Italia ha firmato sbadatamente e tuttora ne paga le conseguenze

(ASI) Roma,- "Noi siamo un Paese di prima accoglienza e credo che sbadatamente abbiamo firmato dei trattati come quello di Dublino che ci hanno messo in una condizione drammatica rispetto agli altri Paesi europei".

Lo dice Pier Ferdinando Casini, Presidente della Commissione Affari esteri del Senato, in un'intervista a QN.
"Questa –sottolinea- è l'Europa dell'egoismo e dello scaricabarile. E' chiaro che se arrivano dei migranti, arrivano prima sulle coste italiane e spagnole. E quindi quella sorta di patronage per la richiesta d'asilo sul Paese che ha accolto per primo un clandestino è un po' assurda. Ci credo che Paesi come Irlanda e Danimarca abbiano firmato con entusiasmo quei trattati".
"Quando arrivarono le prime navi da Valona, durante il primo governo Berlusconi, - ricorda Casini - riuscimmo a fare degli accordi con i paesi che ci avevano permesso di mettere in piedi dei presidi di polizia anche in territorio non italiano. E i nostri 007 facevano azioni di ripulisti sui barconi prima che potessero essere utilizzati dei trafficanti del mare. Ma come si può pensare di fare degli accordi ora con un paese come la Libia che non ha una sua statualità?".
"L'unica strada – rileva - rimane quella politica-diplomatica. È evidente che ormai il Mediterraneo non è più una responsabilità degli Stati Uniti che hanno ormai raggiunto una loro autonomia energetica e sono completamente assorbiti dalla crisi nell'est. L'Europa deve prendersi la responsabilità e deve continuare a cercare un dialogo, seguendo anche il lavoro che sta facendo l'inviato Onu Leon, sperando che primo poi nasca un governo di conciliazione nazionale". "Qualora si riuscisse nell'intento – conclude Casini -, non dobbiamo abbandonare la Libia per non ripetere l'errore fatto nel 2011 quando facemmo fuori Gheddafi e non riuscimmo a capire che morto un dittatore, da lì a poco ne sarebbe spuntata un'altra decina".


Redazione Agenzia Stampa Italia

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