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(ASI) Non sono mancate le polemiche dell'opposizione a seguito della fiducia ottenuta alla Camera, con 314 voti positivi, sul decreto legge relativo al Federalismo fiscale.

 

Secondo Davide Zoggia, responsabile enti locali in segreteria Pd, l'esito della votazione di ieri è stato solo un modo per coprire l'effettiva debolezza del Governo ed afferma a riguardo: “L’approvazione della fiducia sul federalismo municipale è un atto di forza voluto per coprire la debolezza politica di governo e maggioranza. La Lega ha ottenuto la sua bandiera ai danni degli italiani visto che il testo approvato non solo è mal fatto, ma aumenta le tasse e ne introduce di nuove a carico delle imprese e delle famiglie. Il testo approvato, tra l’altro, lascia aperti due problemi fondamentali: quello del fondo di perequazione e della cedolare. E’ tutta la partita tributaria a rimanere nel vago. La verità è che questa legge non ha nulla a che fare con il federalismo. Berlusconi in cambio della complicità della Lega sulle sue vicende personali le ha concesso questo disastroso provvedimento che sarà pagato a caro prezzo dagli italiani. D’altra parte dagli autori della porcata cosa altro ci si poteva attendere?.”

Non troppo diverse le posizioni dell'Italia dei Valori: Antonio Di Pietro, leader dell'Idv commenta ai microfoni di Radio Montecarlo l'esito della votazione affermando:" “Di questo federalismo municipale non ci piace né il merito né il metodo. Il fatto che sia stata posta la fiducia è l’espressione tipica di un regime ormai al capolinea che, attraverso la forza del ricatto, impone ai parlamentari un voto che non è sentito per loro e non è utile neanche per il Paese”.

Anche Pier Ferdinando Casini, leader dell'Unione di Centro, ha avuto modo di polemizzare a riguardo, dichiarando in una nota: "Il Federalismo rischia di sfasciare il Paese, non esiste, e' solo uno spot della Lega, un pasticcio che crea confusione e danni aumentando le tasse. Non possiamo fidarci della Lega fin quando non adotterà posizioni a noi più consone, come ad esempio quella di vedere la Padania come una regione e non come uno stato o di non festeggiare il prossimo 17 marzo la festa del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.

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