Caccia, M5S "Governo chiede di mantenere atroce pratica dei richiami vivi. E di far pagare agli italiani l’infrazione Ue"

(ASI) Roma - Hanno votato insieme, Pd e Lega, per mantenere l’aberrante e illecita tradizione dei richiami vivi, a scapito della vita, della dignità di migliaia di uccelli migratori che ogni anno vengono catturati per fare da esca nella caccia, e, non in ultimo, a discapito delle tasche degli italiani”.

È il commento dei deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura. L’emendamento, a firma M5S, è stato bocciato in Aula proprio con i voti di Pd e Lega. 

L’Europa ha aperto una procedura d’infrazione su questo e il voto di oggi ci farà andare incontro a nuovi costi che graveranno sulle tasche degli italiani.  

 “Il Governo – spiega la parlamentare 5stelle Chiara Gagnarli - ha tentato di arrampicarsi sugli specchi durante la discussione in Aula presentando un emendamento “specchietto per le allodole” che non risolve niente, anzi, se possibile complica le cose, e poi dichiara che in questo contesto non era necessario entrare nel merito della legge 157, ma bastava solo risolvere la procedura di infrazione. E come pensa di farlo il Governo? Introducendo nuove deroghe. Le stesse che l’Europa ci chiede di interrompere da 20 anni. Solo fumo negli occhi, insomma. Come sempre. Sarebbe bastato votare il nostro emendamento appoggiato anche da altri partiti. Ma il governo ha preferito sposare la linea della Lega e far vincere la lobby dei cacciatori”.

“Il nostro emendamento, sottoscritto da diversi gruppi parlamentari, modificava la legge 157 del 1992, vietando la cattura degli uccelli a fini di richiamo vivo – conclude la deputata - costretti in piccole gabbie, al buio, così da far perdere loro la percezione del tempo. Gli uccelli detenuti in queste condizioni possono subire conseguenze gravissime, dalla morte quasi immediata allo sviluppo di malattie causate dall’immunosoppressione da stress; ma possono subire anche traumi fisici e alterazioni causate dall’essere sottoposti a trattamenti farmacologici a base di testosterone, per obbligarli a cantare anche fuori dal periodo riproduttivo. Quello che si nasconde dietro l’apparente innocenza del nome “richiamo vivo” è in realtà un vero e proprio maltrattamento dell’animale, che come tale andrebbe vietato, ostacolato e punito”.
Redazione Agenzia Stampa Italia

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