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(ASI) “Come per i reati non più perseguibili dopo anni, anche per Corte Costituzionale dovrebbe valere il principio che non si può giudicare la costituzionalità di una legge di conversione di un dl dopo 7 anni dalla sua approvazione contestando la violazione dell’articolo 77 sui requisiti di necessità e urgenza. Significa usare la Costituzione per arrivare a scarcerazioni di massa, e a questo punto anche risarcimento danni per ‘ingiusta’ detenzione. Significa impedire al parlamento di legiferare e quindi di commissariare le Camere”.   È quanto dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli.

“La sentenza della Corte- ha aggiunto-  vuole scardinare lo Stato di diritto e mina sin dalle sue fondamenta  il potere riconosciuto al governo di attuare il proprio programma. Un potere che, a differenza dei giudici della Corte nominati, scaturisce dal voto popolare. È di tutta evidenza oramai che  poteri della Consulta  confliggono con i poteri del Governo, a meno che non sia un governo di sinistra”.

“Se i giudici della corte vogliono fare politica, si accomodino pure – ha concluso - si facciano eleggere dai cittadini così avremmo davvero la possibilità di togliere al Capo dello Stato, al Parlamento (ai partiti) la nomina di questi politici togati intoccabili”.

 

 

 

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