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(ASI) Di discese ardite e di risalite cantava il laziale Lucio Battisti, e forse chissà mentre cantava quei versi pensava anche alla sua squadra del cuore. Già perché se c’è una costante in questi primi 114 anni di storia biancoceleste è il continuo saliscendi tra alti, nemmeno tanti, e bassi, oggettivamente troppi, in un susseguirsi di fatti ed eventi in cui a ben vedere non è mancato nulla ad una squadra capace in meno di 15 anni da passare dagli spareggi per non retrocedere in Serie C a primeggiare in Europa ed essere eletta squadra più forte del mondo dall’Iffhs.

 

Nella sua centenaria storia la squadra che ha portato il calcio a Roma non si è fatta mancare nulla, grandi vittorie, sconfitte rovinose, scandali e perfino tragedie umane ma andiamo con ordine.

Oggi la Lazio è una delle più titolate squadre italiane, grazie soprattutto all’epopea di Cragnotti che in meno di dieci anni ha regalato ai tifosi uno Scudetto, vinto al fotofinish, due Coppe Italia, due Supercoppe italiane e due Coppe europee, più due secondi posti ed una finale di Coppa Uefa persa contro l’Inter di Ronaldo quando questi era ancora il Fenomeno e non un calciatore come tanti.

Luci ma anche ombre con la Lazio che è forse l’unica squadra ad aver sempre pagato, spesso a prezzo anche troppo esagerato, per gli errori commessi dai propri tesserati.

Una squadra che ha annoverato tra le sue fila il più forte centravanti italiano di tutti i tempi, Silvio Piola, un futuro Pallone d’oro europeo, Pavel Nedved, ed uno sudamericano, Juan Sebastian Veron, solo per citare alcuni tra i giocatori che hanno fatto la storia della compagine capitolina.

Oggi però la prima squadra della Capitale vive un momento particolare, anche perché la frattura tra la dirigenza, molte parole e pochi fatti, e la tifoseria si fa sempre più serrata. Da quale lontano 9 gennaio 1900 in cui nove giovani fondarono in riva al Tevere la Lazio milioni di persone si sono innamorate di questa squadra con i laziali che fin da subito si sono configurati come una sorta di elitè, lo stesso fornaretto Amadei, bandiera romanista, fu costretto ad ammettere la superiorità di mentalità e di classe dei tifosi biancocelesti rispetto a quelli della sua squadra.

Con il passare dei decenni l’unicità del tifoso laziale si è andata sempre rafforzando, quella biancoceleste è forse l’unico caso al mondo di tifoseria che va alla stadio con maggiore frequenza nei momenti di difficoltà che in quelli di gioia, un po’ perché la Lazio, a differenza di altre fedi, non è una moda ma un qualcosa che ti viene da dentro ed un po’ perché la lazialità è come l’amicizia e si vede soprattutto nel momento del bisogno.

Perché in fondo laziali si nasce, non si diventa, da 114 anni a questa parte.

Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia



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