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(ASI) «L’Anno della fede per essere ben vissuto ci deve aiutare a vivere il comandamento dell’amore. Fede e amore sono intimamente connesse: una fede senza amore non è incarnata; un amore senza fede non è carità cristiana». Sono le parole del presidente della Conferenza Episcopale Calabra, mons. Vittorio Mondello, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria

 – Bova, espresse durante i lavori del convegno regionale “Le Caritas in Calabria: dentro le sfide delle crisi e delle povertà” in corso a Falerna (fino all’11 novembre). «Chiediamoci innanzitutto se siamo cristiani», ha ribadito il metropolita reggino rimarcando la necessità del rinnovamento «perché soltanto la conversione ci abilita al servizio». Il Presule «vive una preoccupazione: noi cristiani, soprattutto al Sud, possiamo vantare numerose figure individuali di alto spessore caritativo che magari meritano gli onori degli altari, come ad esempio don Puglisi. Invece incontriamo difficilmente una comunità che, come tale, sia capace di testimoniare una sincera adesione a Cristo nella vita di carità». Da qui la denuncia di Mons. Luigi Cantafora delegato della Conferenza Episcopale Calabra alla Carità e vescovo di Lamezia Terme per il quale «non sfugge a nessuno la situazione di grave emergenza sociale in cui versa la nostra regione. Il dramma della disoccupazione, l’acuirsi della criminalità, la crescente emigrazione dei giovani, sono alcuni tratti che dipingono il quadro di questa terra». Il Vescovo ha espresso vicinanza e solidarietà alle popolazioni che stanno attraversando il dramma del sisma sul Pollino, tra Calabria e Basilicata, ricordando l’impegno della Caritas a livello regionale e diocesano. «A questo - ha affermato mons. Cantafora - si affianca il lavoro di accoglienza dei flussi migratori che stanno raggiungendo le coste calabresi e l’impegno alla diffusione e crescita di una mentalità civica e improntata alla legalità».

Elia Fiorenza -Agenzia Stampa Italia

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