(ASI) Il 4 aprile 2025 a Samarcanda, antica città della Via della Seta, si è aperto un capitolo nuovo nella geopolitica eurasiatica: il primo vertice ufficiale tra Unione Europea e Asia Centrale. Presenti i leader di Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan, insieme ai vertici delle istituzioni europee.
Ne è uscito un partenariato strategico, corredato da dichiarazioni solenni e da un pacchetto d’investimenti da miliardi di euro. L’obiettivo è duplice: rafforzare la stabilità e la resilienza della regione e, al contempo, ridurre la dipendenza europea da rotte e forniture dominate da Cina e Russia.
António Costa, presidente del Consiglio europeo, ha parlato di “inizio di una nuova dimensione nelle nostre relazioni”, sottolineando che la partnership non sarà un episodio isolato. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, ha definito il summit “l’inizio di una nuova era” in una regione cruciale per la connettività e le catene globali del valore.
Il motto scelto, “Investing in the Future”, racchiude la filosofia di fondo: aprire rotte commerciali, sviluppare progetti comuni e costruire una cooperazione di lungo periodo, con la consapevolezza che il contesto globale – tra guerra in Ucraina, instabilità in Afghanistan e tensioni geopolitiche – impone di diversificare partner e alleanze.
Al centro della dichiarazione congiunta, i leader hanno ribadito i principi cardine del diritto internazionale: rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale, rifiuto dell’uso della forza e impegno a risolvere pacificamente i conflitti.
Non sono mancati riferimenti espliciti all’Ucraina, con la richiesta di una “pace giusta e duratura” conforme alla Carta ONU. Preoccupazione condivisa è stata espressa anche per l’Afghanistan, con i rischi di destabilizzazione che potrebbero riflettersi in Asia Centrale e in Europa.
Sul fronte della sicurezza concreta, le priorità identificate includono:
- contrasto a terrorismo ed estremismo violento,
- lotta a traffici illeciti (droga, esseri umani),
- cooperazione contro minacce ibride e cyberattacchi,
- rafforzamento della resilienza sociale contro la disinformazione.
È stato inoltre deciso l’avvio di un dialogo dedicato alla sicurezza e il rafforzamento della cooperazione nella gestione delle frontiere, temi centrali per Stati che si trovano in posizione geografica di transito strategico.
L’annuncio più rilevante sul piano economico riguarda il pacchetto europeo da 12 miliardi di euro, inquadrato nell’iniziativa Global Gateway. Le risorse si articolano in quattro aree principali:
- infrastrutture di trasporto (3 miliardi), con particolare attenzione al corridoio transcaspico (Middle Corridor);
- materie prime critiche e filiere sostenibili (2,5 miliardi);
- energia, acqua e clima (6,4 miliardi), inclusi progetti sul Mar d’Aral;
- connettività digitale e innovazione.
Il Middle Corridor è il cuore della nuova strategia: collegare Europa e Asia bypassando il territorio russo, riducendo tempi di trasporto a meno di 15 giorni e rafforzando la resilienza delle supply chain. L’obiettivo dichiarato è di portare la capacità a 10 milioni di tonnellate annue entro il 2027.
L’Europa, in cerca di alternative alla dipendenza da Cina e Russia, guarda all’Asia Centrale come fonte di litio, rame, uranio e terre rare. È stata approvata una dichiarazione d’intenti sulle materie prime critiche e una tabella di marcia 2025-2026 legata al memorandum UE–Kazakistan su batterie e idrogeno verde.
Questo asse promette benefici reciproci: sicurezza di approvvigionamento per l’Europa, sviluppo industriale e tecnologico per i Paesi produttori, che non vogliono più limitarsi a fornire materie prime ma aspirano a filiere locali di trasformazione.
Il summit ha dato ampio spazio all’azione climatica. Costa ha parlato al Forum internazionale di Samarcanda definendo la lotta al cambiamento climatico “una priorità non negoziabile”.
Gli impegni includono:
- gestione sostenibile delle risorse idriche;
- cooperazione per l’energia rinnovabile;
- programmi di riforestazione e mitigazione ambientale sul bacino del lago d’Aral;
- investimenti congiunti in idrogeno verde e tecnologie pulite.
Accanto agli aspetti economici e strategici, i leader hanno ribadito che la tutela dei diritti umani e dello Stato di diritto resta un valore comune e una condizione di cooperazione. È stato valorizzato il Forum della società civile UE–Asia Centrale, considerato piattaforma chiave per favorire libertà di espressione, pluralismo mediatico, diritti delle donne e protezione dei difensori civici.
In ambito educativo, l’accento è stato posto sulla mobilità accademica (Erasmus+, Horizon Europe) e sulla cooperazione scientifica, con l’obiettivo di integrare maggiormente i giovani centroasiatici nello spazio europeo della ricerca e della formazione.
Il vertice di Samarcanda rappresenta un passaggio storico: per la prima volta, l’Europa e l’Asia Centrale siedono insieme a un tavolo come partner strategici. Le opportunità sono notevoli:
- diversificazione delle rotte e delle risorse per l’UE;
- riduzione della dipendenza dei Paesi centroasiatici da Russia e Cina;
- sviluppo economico e transizione verde condivisa.
Ma non mancano le sfide: sistemi politici autoritari, corruzione endemica e differenze tra i cinque Paesi rischiano di frenare l’attuazione dei progetti. Inoltre, i 12 miliardi annunciati, pur significativi, rappresentano solo un primo passo rispetto alle enormi necessità infrastrutturali della regione.
Tommaso Maiorca – Agenzia Stampa Italia


