(ASI) Parigi compie una svolta storica nella diplomazia internazionale. Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina durante la prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, prevista per settembre. L’annuncio, diffuso sui social nella serata del 24 luglio, ha immediatamente scatenato reazioni contrastanti a livello globale.
Macron ha motivato la decisione come parte dell’impegno storico della Francia per una “pace giusta e duratura in Medio Oriente”. Nel suo messaggio, ha sottolineato l’urgenza di fermare la guerra a Gaza, garantire aiuti umanitari alla popolazione civile e promuovere la smilitarizzazione di Hamas come condizione per la costruzione di uno Stato palestinese sostenibile e pacifico⁽¹⁾⁽²⁾.
🇮🇱 Tel Aviv ha reagito con durezza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito la mossa francese “un premio al terrorismo”, sostenendo che un riconoscimento in queste condizioni rappresenterebbe un trampolino per annientare Israele, piuttosto che un passo verso la coesistenza⁽¹⁾⁽³⁾.
🇺🇸 Anche gli Stati Uniti hanno espresso una ferma condanna. Il segretario di Stato Marco Rubio ha parlato di una “decisione sconsiderata” che ostacolerebbe il processo di pace e rappresenterebbe “uno schiaffo alle vittime del 7 ottobre”⁽²⁾⁽⁴⁾.
🇵🇸 Dall’altra parte, l’Autorità Palestinese e Hamas hanno accolto con favore l’annuncio. Hussein Al Sheikh, vicepresidente dell’OLP, ha ringraziato Macron per il sostegno al diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Hamas ha definito il gesto “un passo positivo” e ha invitato altri Paesi a seguire l’esempio francese⁽²⁾⁽³⁾.
La Francia diventa così il primo Paese del G7 a riconoscere la Palestina come Stato, rompendo con la tradizionale posizione delle potenze occidentali che hanno finora sostenuto una soluzione negoziata con Israele. Il riconoscimento arriva in un momento di forte tensione internazionale, con una conferenza ONU sulla soluzione a due Stati co-organizzata da Parigi e Arabia Saudita in programma nei prossimi giorni⁽¹⁾⁽⁵⁾.
Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha applaudito la decisione, mentre il Regno Unito e la Germania mantengono una posizione più cauta, pur ribadendo il sostegno alla soluzione dei due Stati


