Argentina, sindacati contro le liberalizzazioni folli del presidente Milei

(ASI) Le due principali sigle sindacali argentine, la Cgt e la Cta, sostenute da partiti e gruppi sociali di sinistra hanno inscenato ieri, mercoledì 27 dicembre, una manifestazione nella capitale, Buenos Aires, per protestare con il Dnu, decreto di necessità e urgenza, del Presidente Javier Milei, che vara una serie di privatizzazioni selvagge ed il licenziamento di migliaia di dipendenti pubblici.

Il Dnu, tra le varie misure, di fatto introduce una feroce riforma regressiva del lavoro il cui unico obiettivo è disciplinare i lavoratori, limitare l’attività sindacale e privilegiare solo gli interessi commerciali, come osservano i sindacati.

I rappresentanti dei lavoratori hanno letto un documento nel quale ricordano che “non esiste alcuna necessità o urgenza che imponga di sovvertire l'ordine costituzionale, arrogandosi poteri legislativi, che non sono di sua competenza, e utilizzando tutta quella forza per distruggere la legislazione sul lavoro. Qualsiasi piano governativo che richieda modifiche, abrogazioni o creazione di leggi deve, necessariamente, passare attraverso un dibattito parlamentare”.

La manifestazione, molto partecipata, ha portato al blocco delle strade nel cuore della capitale nonostante il duro protocollo attuato dal ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich; anche se non si sono registrati incedenti o scontri.

Il capo dell’Uocra, il sindacato edile, Gerardo Martínezsi è detto convinto che il Dnusia“incostituzionale” e non ha escluso che già oggi, giovedì 28 dicembre, il comitato centrale della Cgt promuova uno sciopero generale contro il Governo.

L’ultraliberista neopresidente si è però detto convinto della bontà del provvedimento e della necessità di andare avanti per la propria strada asserendo: “Il mega decreto ha più del 75% di consensi, quindi spiegatemi perché volete qualcosa contro il popolo” annunciando un nuovo pacchetto di norme per la “Legge sulle basi e punti di partenza per la libertà degli argentini” anticipando di voler “ripristinare le condizioni economiche e sociali basate sulla dottrina liberale incorporata nella Costituzione nazionale del 1853”.

Il portavoce presidenziale, Manuel Adorni, ha precisato che il pacchetto di leggi “comprende riforme profonde, necessarie e urgenti in materia fiscale, lavorativa, penale, energetica ed elettorale” mentre la stampa ha anticipato che il pacchetto nei suoi 664 articoli, conterrebbe deleghe legislative all'Esecutivo nazionale di emergenza pubblica in materia economica, finanziaria, fiscale, sociale, pensionistica, sicurezza, difesa, tariffaria, energetica, sanitaria e sociale per due anni, fino al dicembre 2025, e si inserirebbe in un'ampia riforma elettorale, nella quale viene incorporato il sistema elettorale uninominale per collegio elettorale di stile anglosassone.

Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia

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