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(ASI) Il carcere di Maghaberry è un lager. Da mesi, i POW, i prigionieri di guerra nordirlandesi, protestano contro le condizioni carcerarie e la mancata applicazione dell’accordo siglato nell’agosto 2010 con l’amministrazione penitenziaria, che ha continuato impunemente le spesso violente perquisizioni corporali contro i detenuti. È lo strip search, una pratica umiliante alla quale i prigionieri repubblicani vengono sottoposti anche quando non si rivela necessaria.


A questo si aggiungono i trattamenti disumani ai quali anche i prigionieri malati vengono sottoposti. Tony Taylor, responsabile del RNU di Derry, esposto a gravi infezioni e patologie, col corpo costellato di schegge metalliche, viene tenuto in carcere nonostante le sue gravissime condizioni di salute. C’è poi una donna a Maghaberry, un carcere maschile, che vive in isolamento da mesi. È Marian Price, leader del 32 Csm, detenuta in base ad accuse pretestuose. E ancora Martin Corey, del Rsf, detenuto dal 2010 senza alcuna prova a suo carico. Solo tre nomi di un elenco molto più lungo di prigionieri repubblicani, molti dei quali sostengono da settimane una dirty protest che potrebbe arrivare ad un nuovo sciopero della fame come quello che nel 1981 portò alla morte di Bobby Sands e dei suoi compagni di lotta. Il Coordinamento amici dei POW irlandesi chiede lo status di detenuto politico per i prigionieri repubblicani. Il presidio è fissato per le ore 10.00 del 30 gennaio 2012, davanti all’ambasciata britannica a Roma in via XX Settembre.

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