Brasile, il mondo al fianco di Lula. E contro Bolsonaro.

(ASI) È unanime in tutto il mondo la condanna ai sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro che hanno assaltato i palazzi del potere a Brasilia. “Ogni atto di violenza contro le istituzioni democratiche deve essere condannato con grande fermezza. I risultati elettorali vanno sempre e comunque rispettati”, ricorda dall’Italia il titolare degli Esteri Antonio Tajani.

Prendono posizione anche gli Usa, che un paio di anni fa vissero una situazione simile al momento di passaggio delle consegne tra Trump e Biden, “condanniamo - dice il segretario di Stato Antony Blinken - gli attacchi alla Presidenza, al Congresso e alla Corte Suprema del Brasile. Usare la violenza per attaccare le istituzioni democratiche è sempre inaccettabile”.

“Condanna assoluta dell'assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. Pieno sostegno al presidente Lula, democraticamente eletto da milioni di brasiliani attraverso elezioni giuste e libere”, ha postato in un twitt il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, cui ha fatto eco l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell che si è detto: “Sgomento per gli atti di violenza e l'occupazione illegale del quartiere governativo di Brasilia da parte di estremisti violenti. Pieno sostegno a Lula e al suo governo, al Congresso e alla Corte Suprema Federale”. Mentre la presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola, si dice “profondamente preoccupata per quanto sta accadendo in Brasile. La democrazia deve essere sempre rispettata”.

Anche i vertici di Spagna e Francia hanno espresso il loro sostegno a Lula condannando l’attacco, così come il primo mandatario messicano Lopez Obrador che ha ricordato che il suo omologo brasiliano “non è solo, può contare con il sostegno delle forze progressiste del suo Paese, del Messico, del continente americano e del mondo”.

Il nuovo mandato presidenziale di Lula si apre quindi in salita. L’uomo che già in passato ha fatto crescere il paese dovrà ora confrontarsi non solo con la crisi economica e sociale ma anche con un paese nettamente spaccato in due.

Una sfida non semplice.

Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia

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