(ASI) La situazione potrebbe sfociare in un aumento della già elevatissima tensione, nonostante i colloqui di Ginevra dello scorso mese tra i capi di Stato delle due superpotenze volti a diminuirle,  tra il Cremlino e la Casa Bianca.

L’ impegno, sancito almeno a parole, nei confronti del disarmo nucleare potrebbe non bastare. Il leader di Washington ha detto domenica, chiaro e tondo, che la nazione d’ Oltreoceano è pronta a rispondere nel caso in cui risultasse ai suoi servizi segreti, che stanno indagando, il coinvolgimento di quelli dell’ omologo Vladimir Putin.

Il gruppo di cybercriminali REvil, che secondo l'intelligence americana ha la propria base in Russia, ha domandato nelle ultime ore un consistente riscatto di 70 milioni di dollari in bitcoin a 200 aziende americane per sbloccare i loro server colpiti in un attacco ransomware sferrato alla fine della scorsa settimana.

L’ azione ha preso di mira la società di cloud Kaseya. Ha generato quindi, conseguenze, come un onda d’ urto, danni a un milioni di computer che vi erano collegati. Ben 500 supermercati in Svezia hanno chiuso sabato per l’ impossibilità di incassare i pagamenti dei clienti a causa dello stop improvviso, in conseguenza dell’ accaduto, delle casse.

"Se qualcuno vuole negoziare un decrittatore universale, il nostro prezzo è 70 milioni di dollari in Btc e noi pubblicheremo il decrittatore che apre i file di tutte le vittime, in modo che tutti saranno in grado di riprendersi dagli attacchi in meno di un'ora", hanno scritto i pirati informatici REvil altamente specializzati.

L'oleodotto americano, Colonial Pipeline, è stato costretto a pagare 4,3 milioni di dollari per sbloccare i suoi server dopo una offensiva simile avvenuto lo scorso maggio.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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