(ASI) Siamo “profondamente tristi per la morte di quattro soldati ucraini oggi a causa dei bombardamenti nei pressi di Shumy, nella regione di Donetsk. La Russia deve osservare le misure di cessate il fuoco, porre fine alla violenza quotidiana che causa sofferenze insensate, impegnarsi in modo costruttivo nei negoziati di pace e porre fine alla sua aggressione in Ucraina”. 

Lo ha scritto, questa sera su Twitter, l’ ambasciata americana a Kiev. Il governo ha avviato immediatamente, intanto, consultazioni urgenti con gli altri tre paesi del “Formato Normandia” (il Cremlino, la Francia e la Germania) per evitare l’ esplosione di un conflitto aperto, in Crimea, che molti indicano come imminente. Le violenze non si sono mai fermate dal 2014, anno in cui Mosca ha invaso la Crimea per sostenere i ribelli separatisti che volevano la secessione. La recente presa di posizione netta, a favore di Kiev da parte del capo del Casa Bianca Joe Biden, non ha certamente contribuito alla pace.

La nave portarinfuse statunitense Ocean Glory ha consegnato, stamane nel frattempo nel porto di Odessa, 350 tonnellate di equipaggiamento militare, in particolare 35 veicoli fuoristrada Humvee, alle truppe ucraine per fronteggiare “l’ aggressione di Mosca”. La notizia è stata divulgata dal quotidiano locale Dumskaya. Anche tale scelta del Pentagono evidenzia quanto la situazione sia letteralmente esplosiva. C’è il rischio infatti di una nuova guerra, a tutto campo, tra le parti che potrebbe incrementare la già elevata tensione, fra le superpotenze nel Donbass e nell’ intera comunità internazionale. La speranza è che la diplomazia, davanti ai riflettori mediatici e sottobanco, svolga correttamente il proprio lavoro per fermare quanto pare essere una inevitabile e sempre più probabile escalation che potrebbe deflagrare ben oltre i confini regionali.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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