(ASI) Il tentativo di raggiungere la pace è un miraggio. I rischi non si placano e intimoriscono l’ intera comunità internazionale. Sale dunque, sempre di più, la tensione tra l’ Iran e Israele.

L’ ultima minaccia, di una lunga serie che prosegue ormai da molti anni, è arrivata ieri mattina. Abbiamo i piani militari per "radere al suolo Tel Aviv e Haifa", nel caso in cui dovesse esserci un eventuale attacco del nemico sionista, come ha evidenziato in passato la Guida suprema Alì Khamenei. Lo ha ricordato il ministro della Difesa di Teheran, Amir Hatami, durante un incontro con alcuni soldati nella capitale. Ha evidenziato la rilevanza dell’ “Asse della resistenza”, composto dal governo alleato di Damasco e da varie milizie che operano in diversi paesi mediorientali come la Siria, il Libano e l’ Iraq.

Tali affermazioni roboanti rappresentano una risposta, all’ omologo di Gerusalemme Benny Gantz, che ha reso noto recentemente che è in corso un aggiornamento dei progetti volti a distruggere le infrastrutture nucleari della Repubblica Islamica. Il premier Benjamin Netanyahu ha ribadito inoltre, la settimana scorsa, che il suo Paese è determinato affinchè la nazione dei Pasdaran non ottenga alcun tipo di arma nucleare. L’ America è tornata, intanto, a rafforzare la propria presenza nell’ area di crisi dopo un momento di pausa. Un bombardiere B52 ha effettuato, nelle ultime ore, un sorvolo su diversi stati partner mediorientali. Washington ha voluto ribadire, così, il proprio impegno a tutelarli da potenziali minacce e scoraggiare l’ attuazione di esse. Qualsiasi aggressione avrebbe conseguenze molto pesanti e deleterie per tutto il Medioriente e il mondo intero. L’ Iran gode infatti dell’ appoggio, diplomatico e militare, anche di Russia e Cina. Israele è tutelato invece dagli Usa, al di là dell’ amministrazione che guida, a Washington, la Casa Bianca.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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