(ASI) Il Medioriente non trova pace e ogni speranza di cessazione delle ostilità sembra essere sempre più lontana.  salito infatti a 57 morti, tra militari dell'esercito siriano e milizie appoggiate dall'Iran, il bilancio degli attacchi aerei condotti questa notte dall'aviazione israeliana nella parte orientale della nazione di Bashar al - Assad. Le località prese di mira sono state quelle di Deir ez-Zor e il distretto di Al Bukamal.

 Lo ha riferito, nelle ultime ore, l'Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione non governativa con sede a Londra. I raid sono stati, secondo diverse fonti, almeno 18 su obiettivi multipli e sono avvenuti all'1:10 (ora locale). Bombe e missili hanno distrutto postazioni e magazzini dei Pasdaran, delle milizie Fatimiyun sostenute da Teheran e del partito sciita libanese Hezbollah. Gerusalemme non ha commentato, nè confermato, né però smentito come sempre in questi casi, la propria responsabilità in merito quanto è accaduto. I ministri del Likud, il partito del premier Benjamin Netanyahu, hanno avvertito la Repubblica Islamica che non tollererà la presenza di suoi soldati e infrastrutture nel paese vicino e tantomeno lo sviluppo di armi nucleari sul proprio territorio. "La cosa più importante - ha detto il responsabile del dicastero degli Insediamenti Tzachi Hanegbi - e' convincere l'amministrazione americana di Joe Biden, che si sta per insediare, a non ripetere gli errori compiuti da Barack Obama per appagare la Repubblica islamica”. L’iniziativa, del predecessore del tycoon, ha “solo aumentato l'aggressione e l'audacia iraniana, in quanto l'hanno considerata una debolezza dell'America". Il collega dell'Energia, Yuval Steinitz, ha evidenziato che il proprio paese è impegnato "in uno sforzo tremendo contro l'Iran e i suoi tentativi di ottenere le armi nucleari”.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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