(ASI) Notte di guerra, quella appena trascorsa, tra Israele e Gaza. Numerosi missili sono stati lanciati dalla Striscia verso lo Stato ebraico.

Quest’ultimo ha risposto colpendo almeno una quindicina di obiettivi di Hamas, presenti sul territorio gestito dall’organizzazione palestinese. Il numero uno di Tel Aviv è tornato a minacciare, in un’intervista televisiva rilasciata oggi a Canale 13 prima di partire per la Russia dove incontrerà Vladimir Putin, l’avvio di un’operazione militare nell’area su larga scala. “Sembra che non ci sia altra scelta”, ha ammesso così Benjamin Netanyahu, specificando che tutto ciò non avverrà fino a quando il proprio esercito non sarà pronto. Non è la prima volta che il premier e ministro della Difesa, impegnato nella campagna elettorale in vista dell’appuntamento alle urne del 17 settembre, pronuncia parole così bellicose non seguite in passato da eventi reali. Il livello di tensione è però più elevato, rispetto ad altri periodi, in quanto i jet con la Stella di David stanno intensificando la frequenza delle loro incursioni contro i target, iraniani e di Hezbollah, in Siria prendendo di mira, per la prima volta lo scorso agosto dal 2006, anche quelli situati in Libano. La promessa elettorale di annettere parti della Cisgiordania, in caso di vittoria alle elezioni che si svolgeranno martedì prossimo, rischia di gettare altra benzina sul fuoco. Preoccupazione è stata espressa infatti dall’Onu, dal Cremlino e dall’intera Lega Araba. La nota organizzazione ha chiesto a Gerusalemme di non attuare intenzioni così pericolose che potrebbero compromettere la stabilità regionale.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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